E’ Natale ogni voltache sorridi a un fratelloe gli tendi la mano.
E’ Natale ogni voltache rimani in silenzioper ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni voltache non accetti quei principiche relegano gli oppressiai margini della società.
E’ Natale ogni voltache speri con quelli che disperanonella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni voltache riconosci con umiltài tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni voltache permetti al Signoredi rinascere in te per donarlo agli altri.
Santa Madre Teresa di Calcutta
sabato 24 dicembre 2011
E’ Natale
domenica 4 dicembre 2011
3. Il cristianesimo non consiste in "cose da fare", ma è una "persona da incontrare"
II documento della CEI "Rinnovamento della catechesi" afferma in modo sintetico:
"Gli adulti sono in senso più pieno i destinatari del messaggio cristiano perché essi possono conoscere meglio la ricchezza della fede, rimasta implicita o non approfondita nell’insegnamento anteriore.
Essi poi sono gli educatori e i catechisti delle nuove generazioni cristiane. Nel mondo cristiano pluralista e secolarizzato la Chiesa può dar ragione della sua speranza, in proporzione della maturità di fede degli adulti" (n. 124).
sabato 26 novembre 2011
2. Le caratteristiche della nuova evangelizzazione
In una società come la nostra, anche il cristiano che ha accolto l’annuncio è rimesso continuamente in crisi e ha bisogno continuo di rigenerarsi.
Da qui l’esigenza di un catecumenato permanente", cioè di una catechesi che dura tutta la vita. Di fronte a questa esigenza indiscutibile sta un fatto: l’interruzione, quasi generale, della catechesi dopo l’età dell’iniziazione cristiana. Ne consegue che la catechesi per adulti, al di fuori delle associazioni, dei movimenti e dei gruppi impegnati, è quasi totalmente trascurata.
Da qui l’esigenza di un catecumenato permanente", cioè di una catechesi che dura tutta la vita. Di fronte a questa esigenza indiscutibile sta un fatto: l’interruzione, quasi generale, della catechesi dopo l’età dell’iniziazione cristiana. Ne consegue che la catechesi per adulti, al di fuori delle associazioni, dei movimenti e dei gruppi impegnati, è quasi totalmente trascurata.
martedì 15 novembre 2011
1. EVANGELIZZARE TUTTI
"Evangelizzare tutti" va inteso nel duplice senso che tutti dobbiamo evangelizzare e che tutti devono essere evangelizzati.
Ci troviamo a una svolta della storia di proporzioni inedite. Quindi, come prima cosa, occorre prendere coscienza di questa novità.
Globalmente la situazione può essere qualificata con il termine "stato di missione". Alle spalle abbiamo la "cristianità" medievale con la sua simbiosi tra fede e società, che lentamente si è sfaldata e non ne sussistono che i frammenti.
Cerchiamo di vedere chiaro in questa situazione di crisi,
dal momento che l’evangelizzazione deve fare i conti con essa.
La CEI ha detto che il mutamento delle condizioni di vita è stato così "vertiginoso" che esso "ci è largamente sfuggito di mano" (CEI, La Chiesa italiana e le prospettive del paese, 23 ottobre 1981, n. 3).
venerdì 30 settembre 2011
5. Io sono la via, la verità e la vita
Leggiamo nella lettera agli ebrei: Per la grazia di Dio, Gesù ha provato la morte a vantaggio di tutti (Eb 2,9). E ancora: Egli è divenuto partecipe del sangue e della carne degli uomini per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita (Eb 2,14-15).
venerdì 26 agosto 2011
4. “Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata”
Ogni sacramento è una quotidiana esperienza di morte: morte a se stessi per vivere per Dio. Ma esiste un sacramento specifico per il momento della morte? Esiste un ultimo sacramento?
Sì! L’ultimo sacramento che Dio, nel suo amore, ci mette a disposizione è il santo viatico. Come abbiamo già detto, i sacramenti sono segni della presenza e dell’azione salvifica di Cristo risorto, nella storia della chiesa e dei cristiani. I sacramenti assumono le principali situazioni e i grandi momenti della vita cristiana per divinizzarli. L’ora della morte è il momento dei momenti. Se ci fossero dei sacramenti per tutti i grandi momenti della vita, ad eccezione per quello della morte, l’ordine sacramentale sarebbe insignificante.
venerdì 12 agosto 2011
3. Aspiriamo a passare dal finito all’infinito, dal relativo all’assoluto, dall’imperfetto al perfetto.
S. Paolo ha scritto a tutti i battezzati e dunque anche a noi: Con lui siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti (Col 2,12; cfr. Ef 2,4-6).
Notiamo! La parola di Dio, lo Spirito Santo in persona ci dice: Con Cristo siete stati insieme risuscitati per la potenza di Dio. È un discorso serio, è una verità di fede, è una realtà: la nostra morte è dietro di noi, non davanti. Ce la siamo lasciata alle spalle il giorno del nostro battesimo. Il primo giorno della nostra vita cristiana abbiamo attraversato il guado della morte, realmente! ...
Notiamo! La parola di Dio, lo Spirito Santo in persona ci dice: Con Cristo siete stati insieme risuscitati per la potenza di Dio. È un discorso serio, è una verità di fede, è una realtà: la nostra morte è dietro di noi, non davanti. Ce la siamo lasciata alle spalle il giorno del nostro battesimo. Il primo giorno della nostra vita cristiana abbiamo attraversato il guado della morte, realmente! ...
venerdì 22 luglio 2011
2. Chi non vive per dare, per amare, sciupa la sua esistenza.
Chi non vive per dare, per amare, sciupa la sua esistenza.
Ascoltiamo il poeta Tagore:
Perché la lampada si spense?
La ricoprii col mantello
per ripararla dal vento,
ecco perché la lampada si spense.
Perché il fiore appassì?
Con ansioso amore
me lo strinsi al petto,
ecco perché appassì.
Perché il ruscello inaridì?
Lo sbarrai con una diga
per averlo solo per me,
ecco perché il ruscello inaridì.
Perché la corda dell’arpa si spezzò?
Tentai di trarne una nota
al di là delle sue possibilità,
ecco perché la corda si spezzò.
Diamo un’occhiata alla nostra vita e al senso che deve avere, per non trovarci sul viale del tramonto impreparati e a mani vuote. ...
lunedì 11 luglio 2011
1. Gli ultimi sacramenti
Un tempo, il morente non doveva essere privato della sua morte. Doveva essere lui a presiederla. Come si nasceva in pubblico, si moriva in pubblico. Quante incisioni e quanti quadri del passato ci riproducono tale scena. Dal momento in cui uno giaceva a letto, malato, la stanza si riempiva di gente, parenti, amici, vicini, appartenenti a confraternite e anche gli stessi nemici e coloro che avevano qualcosa da perdonare o da farsi perdonare venivano a regolarizzare le situazioni perché lui morisse in pace e loro potessero continuare a vivere nella pace. Quando per la strada i passanti incontravano il prete che portava il viatico, la buona gente lo seguiva fino alla camera del morente, anche se costui era uno sconosciuto. L’avvicinarsi della morte trasformava la camera del moribondo in una sorta di luogo pubblico. Al centro, presiedeva l’avvenimento lui stesso, il morente. …
venerdì 24 giugno 2011
5. Preghiera degli sposi
Ci hai chiamati, Signore, a fondare insieme questa famiglia;
dacci la forza d’animarla del tuo amore
il quale possa sostenere tutti quanti vivranno in essa.
Che la nostra casa sia accogliente a quanti vorranno riscaldarsi.
Insegnaci a progredire nell’aiuto reciproco sotto il tuo sguardo,
a fare la tua volontà tutti i giorni della nostra vita,
a manifestarti i nostri progetti,
a offrirti le nostre gioie e le nostre sofferenze,
a portare a te i figli che ci vorrai dare.
Ti ringraziamo del nostro amore,
tu che sei l’amore, Signore.
- Fine -
sabato 18 giugno 2011
4. Ciò che Dio ha unito
Domandarono (a Gesù): È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?. Ma egli rispose: Cosa vi ha ordinato Mosè? Dissero: Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla. Gesù disse loro: Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto. ...
venerdì 10 giugno 2011
3. Impegnarsi per sempre
“La catena del matrimonio è così pesante, che per portarla bisogna essere in due, a volte in tre (Alexandre Dumas)”.
“Ci si studia tre settimane, ci si ama tre mesi, si litiga per tre anni, ci si tollera per trent’anni, e i figli ricominciano (Taine)”.
Sono due delle tante frasi dei Baci Perugina.
I fatti sono quello che sono. In Francia un abbondante 12% di coppie divorzia, uno scarso 10% raggiunge una stabile felicità, il restante 78% oscilla fra la delusione e l’odio a vita. Abbiamo preso le statistiche della Francia per non spaventare gli italiani, ma... siamo lì.
I giovani se lo sentono dire in confidenza dagli adulti rassegnati: Non esiste l’amore... Si tira avanti mordendosi il meno possibile...
Solo chi fa la scelta di amare anche nelle ore difficili, fa pendere la bilancia verso la felicità. Questa scelta d’amore spiega e sostiene un impegno matrimoniale senza pentimenti, per sempre.
mercoledì 1 giugno 2011
2. Perché ci si sposa?
Per avere figli? Per lo sviluppo e la maturazione personale degli sposi? Per incanalare le proprie passioni?
La Genesi ci riporta due racconti della creazione.
Nel più antico (Gen 2,18-24) ci presenta, in mezzo a una natura fremente di vita, un celibe in piena solitudine. Il Signore Dio disse: "Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile". Un aiuto per popolare la solitudine dell’uomo. "Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne": un solo essere incarnato, tanto intima sarà fra loro l’unione dei pensieri, dei cuori e dei corpi, l’unione totale delle persone.
Nell’altro racconto, più recente anche se inserito nel primo capitolo della Genesi (1,26-28), l’uomo (al singolare collettivo che congloba i due sessi) è presentato come l’immagine di un Dio unico a più persone, d’un Dio che parla al plurale: Facciamo l’uomo...; è definito come un tutto a due metà complementari: Dio creò l’uomo a sua immagine...; maschio e femmina. ...
La Genesi ci riporta due racconti della creazione.
Nel più antico (Gen 2,18-24) ci presenta, in mezzo a una natura fremente di vita, un celibe in piena solitudine. Il Signore Dio disse: "Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile". Un aiuto per popolare la solitudine dell’uomo. "Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne": un solo essere incarnato, tanto intima sarà fra loro l’unione dei pensieri, dei cuori e dei corpi, l’unione totale delle persone.
Nell’altro racconto, più recente anche se inserito nel primo capitolo della Genesi (1,26-28), l’uomo (al singolare collettivo che congloba i due sessi) è presentato come l’immagine di un Dio unico a più persone, d’un Dio che parla al plurale: Facciamo l’uomo...; è definito come un tutto a due metà complementari: Dio creò l’uomo a sua immagine...; maschio e femmina. ...
martedì 24 maggio 2011
1 - Il Matrimonio
I cristiani hanno una visione profondamente originale del matrimonio: vi vedono lo stesso mistero dell’unione di Dio con l’umanità nella persona incarnata dell’uomo Dio, il mistero delle nozze di Cristo e della Chiesa in un solo corpo.
Sanno che il loro amore coniugale ha la missione e la grazia d’essere il segno e la realtà parziale di questo grande mistero (Ef 5,32).
In questo senso si può parlare di matrimonio cristiano.
mercoledì 11 maggio 2011
13. Ma guarisce davvero questa medicina?
Il no del sacerdote è un "non ancora"
L’espressione di Cristo: A chi non rimetterete i peccati resteranno non rimessi, non autorizza la Chiesa a negare il perdono a chi è veramente pentito e deciso a riparare.
Solo chi rifiuta di aprirsi a Dio con un pentimento sincero, chi rifiuta di riconciliarsi con i fratelli nella Chiesa, resta prigioniero del suo peccato e la Chiesa deve prenderne atto e dirlo chiaramente all’interessato. ...
L’espressione di Cristo: A chi non rimetterete i peccati resteranno non rimessi, non autorizza la Chiesa a negare il perdono a chi è veramente pentito e deciso a riparare.
Solo chi rifiuta di aprirsi a Dio con un pentimento sincero, chi rifiuta di riconciliarsi con i fratelli nella Chiesa, resta prigioniero del suo peccato e la Chiesa deve prenderne atto e dirlo chiaramente all’interessato. ...
martedì 26 aprile 2011
12. Una disciplina ispirata all’amore
Occorre dunque riconoscere davanti alla Chiesa i peccati che hanno rotto la nostra comunione nei suoi confronti e accogliere con umile riconoscenza il suo perdono, il suo abbraccio di pace. Il peccatore, riconciliato con la Chiesa, ritornerà in comunione con Dio e riavrà il dono dello Spirito di cui essa vive e da cui il peccato l’aveva separato.
Il sacramento della confessione non va visto quindi come una condizione arbitraria imposta dalla Chiesa al peccatore. Essa è piuttosto una condizione imposta dalla forza delle cose, dalla logica del peccato e della riconciliazione....
Il sacramento della confessione non va visto quindi come una condizione arbitraria imposta dalla Chiesa al peccatore. Essa è piuttosto una condizione imposta dalla forza delle cose, dalla logica del peccato e della riconciliazione....
mercoledì 13 aprile 2011
11. Gesù e la Chiesa tra Dio e gli uomini
Dimostrando di avere il potere di rimettere i peccati e concedendo questo potere alla Chiesa, Gesù mette se stesso e la Chiesa in posizione di mediazione tra Dio e gli uomini. La Lettera agli Ebrei afferma con chiarezza questa condizione di mediatore della nuova Alleanza (Eb 9,15; 12,24) che compete a Gesù in quanto uomo e Figlio di Dio nello stesso tempo. ...
mercoledì 6 aprile 2011
10. Una nuova condizione di amicizia con Dio
L’autorità di Gesù ha una reale efficacia di salvezza. Nel caso del paralitico, la guarigione della malattia del corpo rivela la vera natura del perdono dei peccati: è una prodigiosa e misteriosa guarigione dell’anima. Gesù fa passare tutto l’uomo dalla malattia alla sanità.
Le parole di Gesù non sono dichiarazioni vuote, ma parole piene di misteriosa efficacia; il potere a cui lui faceva riferimento è una reale capacità di cambiare le cose e le persone, di trasformare il cuore dell’uomo.
Ebbene, Gesù ha concesso questo suo potere agli apostoli e, attraverso di essi, alla Chiesa, perché lo esercitasse a suo nome e con la sua stessa efficacia di salvezza. ...
domenica 27 marzo 2011
9. La riconciliazione è impegnativa
La riconciliazione esigita da una conversione autentica è quindi molto impegnativa.
È anche per colpa mia se il mondo è ingiusto e ostile. È colpa del mio egoismo e della mia inerzia se milioni di uomini muoiono di fame, di guerre, di droga.
Purtroppo ognuno di noi vede le ingiustizie che gli altri commettono nei nostri confronti; tutti si mettono nei panni delle vittime, e quasi nessuno riconosce la sua parte di responsabilità e di colpa. Ma non possiamo chiedere perdono a questi fratelli e a Dio se non ci impegnamo a lottare coraggiosamente contro questi mali del mondo di cui siamo in qualche modo complici, e quindi se non lottiamo contro il nostro egoismo e la nostra passività che continuano ad alimentare questi mali.
Per questo oggi si chiama più volentieri sacramento della riconciliazione quello che una volta si chiamava sacramento della confessione. Riconosciamo così che il ritorno del peccatore a Dio comporta una vera e propria riconciliazione non solo con lui, ma anche con i fratelli.
E perfino una riconciliazione con noi stessi, con la verità profonda del nostro essere che il peccato ha sfigurato e distrutto. ...
È anche per colpa mia se il mondo è ingiusto e ostile. È colpa del mio egoismo e della mia inerzia se milioni di uomini muoiono di fame, di guerre, di droga.
Purtroppo ognuno di noi vede le ingiustizie che gli altri commettono nei nostri confronti; tutti si mettono nei panni delle vittime, e quasi nessuno riconosce la sua parte di responsabilità e di colpa. Ma non possiamo chiedere perdono a questi fratelli e a Dio se non ci impegnamo a lottare coraggiosamente contro questi mali del mondo di cui siamo in qualche modo complici, e quindi se non lottiamo contro il nostro egoismo e la nostra passività che continuano ad alimentare questi mali.
Per questo oggi si chiama più volentieri sacramento della riconciliazione quello che una volta si chiamava sacramento della confessione. Riconosciamo così che il ritorno del peccatore a Dio comporta una vera e propria riconciliazione non solo con lui, ma anche con i fratelli.
E perfino una riconciliazione con noi stessi, con la verità profonda del nostro essere che il peccato ha sfigurato e distrutto. ...
sabato 19 marzo 2011
8. La Chiesa tra DIO e gli uomini
Ora questa decisione si esprime in gesti concreti anti-peccato, che danno scopo e autenticità alla volontà interiore di conversione.
Una caratteristica fondamentale del peccato è la sua capacità di creare divisione. Esso allontana l’uomo da Dio e dai fratelli. Anzi porta la lacerazione e la frattura perfino nell’intimo del suo cuore, facendo del peccatore un uomo diviso tra la forza del richiamo di Dio e la forza della suggestione del demonio. La conversione deve comportare quindi una riconciliazione; è essenzialmente una riconciliazione. ...
lunedì 14 marzo 2011
7. L’itinerario della conversione
Chi sceglie Cristo si impegna con lui in una lotta senza sosta contro il peccato, che lo impegna tutta la vita. Tutta la vita è un continuo convertirsi, un continuo ritorno a Dio. ...
lunedì 7 marzo 2011
6. Conversione: Dio perdonando ci cambia dentro
Noi ci convertiamo solo perché vinti dalla grazia che ci cambia interiormente. La conversione non è la condizione per essere perdonati, ma la dimostrazione che il perdono di Dio ci ha raggiunto e ci ha cambiato il cuore. ...
sabato 26 febbraio 2011
5. La nuova nascita della riconciliazione
La riconciliazione trova il suo avvio nell’iniziativa preveniente dell’amore misericordioso di Dio. Questo amore non si arrende davanti al rifiuto dell’uomo, ma rivela la sua sconfinata profondità nella volontà salvifica di Dio. Egli è venuto incontro a noi nella persona di Gesù e ha reso possibile quello che era impossibile alle sole nostre forze: la nostra riconciliazione con Dio. ...
domenica 20 febbraio 2011
4. Il peccato è il male di Dio
Salmo 50
Quando parliamo della legge di Dio non dobbiamo pensare a una serie di comandi arbitrari con cui egli afferma il suo dominio, ma piuttosto a una serie di indicazioni segnaletiche sulla via della nostra realizzazione umana. I comandamenti di Dio non esprimono tanto il suo dominio quanto la sua sollecitudine. Dentro ogni comandamento di Dio c’è iscritto questo comandamento: Diventa te stesso. Realizza le possibilità di vita che ti ho dato. Io per te non voglio altro che la tua pienezza di vita e di felicità. ...
venerdì 11 febbraio 2011
3. Il peccato è il male dell’uomo
Prima di essere una disubbidienza e un’offesa a Dio, il peccato è il male dell’uomo, è un fallimento, una distruzione di ciò che rende uomo l’uomo. Il peccato è una realtà misteriosa che incide tragicamente sull’uomo. La terribilità del peccato è difficile da comprendere: è visibile del tutto solo alla luce della fede e della parola di Dio. Ma qualcosa della sua terribilità appare già anche a uno sguardo umano, se si considerano gli effetti devastanti che esso produce nel mondo dell’uomo. Basta pensare a tutte le guerre e gli odi che hanno insanguinato il mondo, a tutte le schiavitù del vizio, alla stupidità e alla irrazionalità personale e collettiva che hanno causato tante sofferenze note e ignote. La storia dell’uomo è un mattatoio!
Tutte queste forme di fallimento, di tragedia, di sofferenza, nascono in qualche modo dal peccato e sono legate al peccato. È quindi possibile scoprire un collegamento reale tra l’egoismo, la viltà, l’inerzia e la cupidigia dell’uomo e questi mali individuali e collettivi che sono la manifestazione inequivocabile del peccato. ...
Tutte queste forme di fallimento, di tragedia, di sofferenza, nascono in qualche modo dal peccato e sono legate al peccato. È quindi possibile scoprire un collegamento reale tra l’egoismo, la viltà, l’inerzia e la cupidigia dell’uomo e questi mali individuali e collettivi che sono la manifestazione inequivocabile del peccato. ...
giovedì 3 febbraio 2011
2. Concezioni inadeguate del peccato
La nostra cultura tende a nascondere ai singoli i legami di solidarietà che legano le loro scelte buone e cattive al destino proprio e degli altri. Le ideologie politiche tendono a convincere i singoli e i gruppi che la colpa è sempre degli altri. Si promette sempre di più e non si ha il coraggio di fare appello alla responsabilità dei singoli verso il bene generale. In una cultura della non-responsabilità, la concezione prevalentemente legalistica del peccato, trasmessaci dalla catechesi di una volta, perde ogni senso e finisce per cadere. Nella concezione legalistica il peccato viene considerato essenzialmente come disubbidienza alla legge di Dio, quindi come rifiuto di sottomettersi al suo dominio. In un mondo come il nostro in cui si esalta la libertà, l’ubbidienza non è più considerata una virtù e quindi il disubbidire non è considerato un male, ma una forma di emancipazione che rende l’uomo libero e gli restituisce la sua dignità. ...
sabato 29 gennaio 2011
1. Il Sacramento del perdono
di Padre Lino Pedron
Il peccato, realtà poco capita
La nuova nascita della Riconciliazione
La Chiesa tra Dio e gli uomini
Ma guarisce davvero questa medicina?
1. IL PECCATO, REALTÀ POCO CAPITA
Nei nostri tempi si constata la disaffezione dei cristiani nei confronti della confessione. È uno dei segni della crisi di fede che molti stanno attraversando. Stiamo passando da una compattezza religiosa del passato a un’adesione religiosa più personale, consapevole e convinta.
A spiegare questa disaffezione verso la confessione non basta portare il fatto del generale processo di scristianizzazione della nostra società. Bisogna individuare cause più particolari e specifiche.
La nostra confessione si riduce spesso a un elenco meccanico di peccati che mettono in luce solo la superficie dell’esperienza morale della persona e non arrivano a toccare le profondità dell’anima. ...
Il peccato, realtà poco capita
La nuova nascita della Riconciliazione
La Chiesa tra Dio e gli uomini
Ma guarisce davvero questa medicina?
1. IL PECCATO, REALTÀ POCO CAPITA
Nei nostri tempi si constata la disaffezione dei cristiani nei confronti della confessione. È uno dei segni della crisi di fede che molti stanno attraversando. Stiamo passando da una compattezza religiosa del passato a un’adesione religiosa più personale, consapevole e convinta.
A spiegare questa disaffezione verso la confessione non basta portare il fatto del generale processo di scristianizzazione della nostra società. Bisogna individuare cause più particolari e specifiche.
La nostra confessione si riduce spesso a un elenco meccanico di peccati che mettono in luce solo la superficie dell’esperienza morale della persona e non arrivano a toccare le profondità dell’anima. ...
sabato 22 gennaio 2011
12. La Chiesa è una comunione
La Chiesa in quanto tale ha il dovere di riunirsi in assemblea: Chiesa vuol dire assemblea.
La Chiesa primitiva, uscita tutta nuova dalle mani di Cristo, era una comunione: La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune (At 4,32).
La riunione domenicale della comunità cristiana non è mai stata facile.
Nei primi tempi meno ancora di oggi, a causa dei pericoli, delle persecuzioni e anche perché la domenica era giorno lavorativo per tutti i cristiani che dipendevano da un padrone o erano schiavi. Ed erano la stragrande maggioranza! ...
La Chiesa primitiva, uscita tutta nuova dalle mani di Cristo, era una comunione: La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune (At 4,32).
La riunione domenicale della comunità cristiana non è mai stata facile.
Nei primi tempi meno ancora di oggi, a causa dei pericoli, delle persecuzioni e anche perché la domenica era giorno lavorativo per tutti i cristiani che dipendevano da un padrone o erano schiavi. Ed erano la stragrande maggioranza! ...
venerdì 14 gennaio 2011
11 - Il Sacramento della risurrezione
Il primo giorno della settimana
Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba... Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo di Gesù... Due uomini, in vesti sfolgoranti, dissero loro: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato" (Lc 24,1-6).
Nello stesso giorno, a 12 Km. circa da lì, il Risorto celebra l’eucaristia con i discepoli di Emmaus. Notiamo attentamente i tre momenti:
- Gesù commenta a lungo la Scrittura, spiegando l’avvenimento del giorno; la sua parola mette il fuoco nel cuore dei discepoli: liturgia della parola;
- poi quando fu a tavola con loro prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero (Lc 24,30-31): liturgia eucaristica;
- infine, senza indugio (Lc 24,33), i discepoli di Emmaus ritornano indietro sulla strada della loro delusione, arrivano a Gerusalemme, raccontano quanto è accaduto e come l’abbiano riconosciuto alla frazione del pane: liturgia della vita e della missione.
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù e si fermò in mezzo a loro... (Gv 20,19-29).
È la prima domenica della Chiesa e del mondo! ...
domenica 9 gennaio 2011
10. Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni agli altri
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