lunedì 26 aprile 2010

10 - Ma liberaci dal male

00Michele_Arcangelo Forse sarebbe meglio tradurre quest’ultima invocazione: Ma liberaci dal Maligno, come leggiamo nella preghiera sacerdotale di Gesù in Gv 17,15: “Non chiedo che Tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno”.
Il Padre nostro ci fa chiedere prima il perdono dei peccati commessi, poi ci fa domandare di evitarli in avvenire, con l’invocazione: Liberaci dal male, liberaci dal Maligno.
Il male viene dal Maligno che ha introdotto il peccato nel mondo, essendo omicida fin dal principio (Gv 8,44).
Scrive sant’Ambrogio: “Il Signore che ha cancellato il vostro peccato e ha perdonato le vostre colpe, è in grado di proteggervi e di custodirvi contro le insidie del diavolo che è il vostro avversario, perché il nemico che suole generare la colpa, non vi sorprenda. Ma chi si affida a Dio, non teme il diavolo. "Se infatti Dio è dalla nostra parte, chi sarà contro di noi?” (Rm 8,31). ...

mercoledì 21 aprile 2010

9 - Non ci indurre in tentazione

_preghiera-jpii-edi Il  racconto della passione di Gesù ci fa capire il significato della parola indurre. Nel Getsemani, gli apostoli sono esposti al pericolo di entrare nella tentazione di cedere a satana. Non ci indurre in tentazione significa perciò: Fa’ che non entriamo nella tentazione, cioè nella situazione critica di chi comincia ad essere affascinato dal male. Il diavolo è nemico sleale e si trasforma in angelo di luce (2Cor 11,14) presentando il male come bene e il bene come male.
Gesù ci esorta: “Vegliate e pregate per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Mt 26,41).
E san Paolo scrive: “Attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo... Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi” (Ef 6,10-18).

giovedì 15 aprile 2010

Grazie Padre Lino.

image Carissimi,
avete ricevuto tante lettere da Padre Lino. Questa purtroppo non ve la scrive lui, ma un confratello della sua comunità perché ieri sera Padre Lino ci ha lasciato per nascere – in questa Pasqua – alla gloria del Signore Risorto.
Le nubi passano, il Cielo rimane” – era solito ripetere e, con questa frase, esprimeva l’ottimismo sereno con cui ha sempre accompagnato gli avvenimenti del mondo e della Chiesa e con cui ha vissuto ogni momento della sua vita.
Non era l’ottimismo della persona cui tutto corre bene, ma la gioia del credente che ha interiorizzato il messaggio evangelico e la certezza che, anche in mezzo a tante opposizioni, il regno di Dio si sta realizzando nel mondo.
Era nato a Mezzocorona (TN) il 26 febbraio1939 ed era stato battezzato, due giorni dopo la nascita, nella parrocchia di S. Maria Assunta. Era un martedì – e ci teneva a sottolinearlo – perché era il giorno in cui il curato battezzava i figli della gente semplice della campagna, mentre i ricchi erano battezzati dal parroco la domenica.
Cresciuto in una famiglia di profonde convinzioni cristiane, ha interiorizzato i valori evangelici che poi ha tradotto nella sua vita: l’onestà e la lealtà anzitutto, poi l’amore per il povero e la disponibilità ad aiutare chiunque fosse in difficoltà. ...

lunedì 12 aprile 2010

8 - Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori

gesperdonapg2 Noi non possiamo amare Dio se non amiamo i fratelli: “Se uno dicesse: ‘Io amo Dio’, e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello” (1Gv 4,20-21).
Nel rifiuto di perdonare ai nostri fratelli, il nostro cuore si chiude e la sua durezza lo rende impermeabile all’amore misericordioso del Padre. Concretamente, chi non desidera perdonare il fratello non desidera neppure essere perdonato da Dio. Come esiste un solo amore per Dio e per il prossimo, così esiste un solo perdono dato e ricevuto. Il grande ostacolo al perdono è la superbia e la falsità. Giusto risulta solo colui che riconosce i suoi peccati e implora da Dio il suo perdono come dono non meritato (Lc 18,9-14). “Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli, che è fedele e giusto, ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi” (1Gv 1,8-10). ...

venerdì 9 aprile 2010

7 - Dacci oggi il nostro pane quotidiano

image Durante la sua vita mortale Gesù nutrì le folle con la parola di Dio, ma sentì ugualmente forte il problema della fame e della mancanza di pane: “Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. Se li mando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono da lontano” (Mc 8,2-3).
Nel Padre nostro Gesù ci esorta a chiedere il necessario sostentamento della vita, non da egoisti, ma secondo lo spirito del Vangelo. Leggiamo nel vangelo secondo Matteo: “Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro che è nei cieli li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro che è nei cieli infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena” (Mt 7,25-34). ...

sabato 3 aprile 2010

Buona e santa Pasqua

Buona e santa Pasqua apportatrice di tutte le inesprimibili ricchezze dell'amore di Dio-Trinità.
p. Lino

croce1Confessiamo perciò, fratelli, senza timore, anzi proclamiamo che Cristo fu crocifisso per noi. Diciamolo non già con timore, ma con gioia, non con rossore, ma con fierezza. L'apostolo Paolo lo comprese bene e lo fece valere come titolo di gloria. Poteva celebrare le più grandi e affascinanti imprese del Cristo. Poteva gloriarsi richiamando le eccelse prerogative del Cristo, presentandolo quale creatore del mondo in quanto Dio con il Padre, e quale padrone del mondo in quanto uomo simile a noi. Tuttavia non disse altro che questo: "Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del nostro Signore Gesù Cristo (sant'Agostino).

home_0_01_01 “Io, Cristo, ho distrutto la morte, ho vinto il nemico, ho messo sotto i piedi l’inferno, ho imbrigliato il forte e ho elevato l’uomo alle sublimità del cielo.Sono io il vostro perdono, io la Pasqua della redenzione, io l’Agnello immolato per voi, io il vostro lavacro, io la vostra vita, la vostra risurrezione, la vostra luce, la vostra salvezza, io il vostro re. Io vi porto in alto nei cieli. Io vi risusciterò e vi farò vedere il Padre che è nei cieli. Io vi innalzerò con la mia destra”. (Dall’Omelia pasquale di Melitone di Sardi)

Il Santo Natale - Commento di padre Fernando Armellini

Diffondi la Parola - Natale del Signore - 25 dicembre 2011

I Dehoniani

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