martedì 27 ottobre 2009

45 – Credo nello Spirito Santo

Spirito Santo Questa terza parte del Simbolo è la rivelazione dell’opera dello Spirito negli uomini.
Gesù dice: "Lo Spirito di verità... voi lo conoscete perché dimora presso di voi e sarà in voi" (Gv 14,17). "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra!" (At 1,8). Questa presenza, questo dinamismo profondo di Gesù nella Chiesa e nel mondo, hanno un nome, sono una persona: lo Spirito Santo.

lunedì 19 ottobre 2009

44 - Il giudizio universale

IL GIUDIZIO UNIVERSALE
Gli uomini saranno giudicati da un fratello, da un uomo. "Il Padre, infatti, non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre" (Gv 5, 22-23). Venuta gloriosa di Gesù e giudizio universale saranno un solo avvenimento, l’ultimo della storia, il compimento totale e definitivo della divinizzazione dell’uomo. Sarà il giorno della "grande ricompensa" (Mt 5,12). "Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute, finché era nel corpo, sia in bene che in male" (2Cor 5,10). "Dio renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità; sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all’ingiustizia" (Rm 2, 6-8). "Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio... Quindi ciascuno renderà conto a Dio di se stesso" (Rm 14,10-12).

lunedì 12 ottobre 2009

43 - Il purgatorio

almas_purgatorio_1 Il Concilio Vaticano II nella Lumen gentium afferma semplicemente che "la Chiesa di quelli che sono in cammino... fino dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la memoria dei defunti e poiché santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti, perché siano assolti dai peccati" (2Mac 12,46), ha offerto per loro anche dei suffragi" (LG, 50).
Mettiamo dunque una pietra sopra un purgatorio tutto fuoco e fiamme. Fino al secolo XII "purgatorio" era un aggettivo. Si parlava di pene purgatorie cioè di pene che purificano. Fu uno sbaglio non solo grammaticale cambiare l’aggettivo in sostantivo. Ne venne fuori un luogo, una prigione con tutti gli orrori di "alme gementi fra vindici ardor".
Il purgatorio è un mistero di maturazione pasquale. E’ un’"incubatrice" dove ci è dato di portare a compimento quella crescita nella vita divina che non abbiamo realizzato nella vita presente; è l’ultimo tocco estetico prima di entrare nella vita eterna. Le anime sante del purgatorio stanno decisamente meglio di noi. "Non credo che dopo la felicità dei santi in paradiso, possa esistere una gioia paragonabile a quella delle anime del purgatorio" (s. Caterina da Genova +1510. Trattato del purgatorio, cap. 2). "Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace... la loro speranza è piena di immortalità... Coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell’amore perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti" (Sap 3,1-9).

lunedì 5 ottobre 2009

42 - Di là verrà a giudicare i vivi e i morti

michelangelo-giudizio-universale Il cristianesimo non è una faccenda privata fra Dio e il singolo. La parabola vera del giudizio (Mt 25,31-46) ci insegna l’identità tra la causa degli uomini e quella di Gesù: tutto avviene nel contesto di un confronto generale.
La Scrittura non ricorda mai direttamente il giudizio particolare (individuale) mentre il solo Nuovo Testamento parla più di settanta volte del giudizio universale.
La parabola del ricco cattivo e del povero Lazzaro (Lc 16,19-31) e la promessa fatta da Gesù al buon ladrone: "In verità ti dico oggi sarai con me in paradiso" (Lc 23,43) ci portano però a credere che c’è una retribuzione prima del giudizio finale. In tale senso si è espressa anche la dottrina della Chiesa.
Il nostro incontro con Dio non avrà nulla a che vedere con una procedura d’accusa, di difesa, di sentenza; né con un particolareggiato rendiconto di chi deve presentare un bilancio. Non ci troveremo a faccia a faccia con un Dio irritato, scrupolosamente documentato sui nostri misfatti per poterceli gettare violentemente in faccia senza dimenticarne alcuno. Tutto quanto non è amore non ha nulla a che vedere con Dio. Quindi questo "giudizio" va inteso come un attesissimo incontro tra due amici; non ha nulla di terribile e ha tutto di stupendamente bello; è l’incontro con l’Amore in persona, con la tenerezza assoluta; è l’immersione totale nell’"ampiezza, lunghezza, altezza e profondità dell’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza e ci ricolma di tutta la pienezza di Dio" (cfr Ef 3,18-19).
Certamente esiste anche il giudizio di condanna per coloro che rifiutano l’amore: Dio rispetta la libertà dell’uomo proprio perché lo ama.

Il Santo Natale - Commento di padre Fernando Armellini

Diffondi la Parola - Natale del Signore - 25 dicembre 2011

I Dehoniani

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