mercoledì 1 giugno 2011

2. Perché ci si sposa?




Per avere figli? Per lo sviluppo e la maturazione personale degli sposi? Per incanalare le proprie passioni?
La Genesi ci riporta due racconti della creazione.
Nel più antico (Gen 2,18-24) ci presenta, in mezzo a una natura fremente di vita, un celibe in piena solitudine. Il Signore Dio disse: "Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile". Un aiuto per popolare la solitudine dell’uomo. "Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne": un solo essere incarnato, tanto intima sarà fra loro l’unione dei pensieri, dei cuori e dei corpi, l’unione totale delle persone.
Nell’altro racconto, più recente anche se inserito nel primo capitolo della Genesi (1,26-28), l’uomo (al singolare collettivo che congloba i due sessi) è presentato come l’immagine di un Dio unico a più persone, d’un Dio che parla al plurale: Facciamo l’uomo...; è definito come un tutto a due metà complementari: Dio creò l’uomo a sua immagine...; maschio e femmina. ...

Il Dio trinitario crea dunque una coppia umana procreatrice: da essa nascerà una trinità d’amore (padre, madre, figlio) che ci rivelerà che Dio è amore e amore creatore.
Ma ci fu il peccato. L’armonia dei rapporti interpersonali è sconvolta anche nel settore sessuale (Gen 3,7).
L’amore si tramuta in concupiscenza sessuale, e vi domina non più la gioia che è un dono di Dio, ma la schiavitù, cioè, la concupiscenza della carne (1 Gv 2,16).
In questo disordine dei sentimenti e dei sensi mette radice la diffidenza verso il sessuale e quasi una incompatibilità dei rapporti sessuali con la vicinanza di Dio (Gen 3,10; Es 19,15; 1 Sam 21,5).
Il Cantico dei cantici è quanto di più rispettoso, di più grande, di più tenero, di più ottimistico, di più entusiastico e anche di più realistico è stato scritto o detto sul matrimonio in tutte le sue componenti spirituali e carnali.
Tutta la Scrittura presenta il matrimonio come uno stato di pienezza per la coppia e per i figli che ne nascono.
Il matrimonio è una vocazione grande e santa se è vissuto secondo il progetto di Dio. La Chiesa dunque con il suo sacramento del matrimonio si presenta ai fidanzati, agli sposi e alle famiglie come la loro migliore alleata.
L’unità della coppia, la sua fedeltà, la sua indissolubilità, la sua felicità, non sono frutti naturali, spontanei e facili della nostra cultura. Tutt’altro! Il nostro clima è duro per l’amore. Si teme di far progetti o scelte che impegnino irrevocabilmente per tutta la vita. La felicità invece è nella durata dell’amore.
L’uomo ha un grande bisogno di conoscere le sue radici, di conoscere se stesso. La coppia, la famiglia vengono da Dio.
Il matrimonio cristiano è, come l’uomo stesso, un’estensione, una comunicazione del mistero stesso di Dio.
C’è una sola sofferenza: quella di essere soli. Un Dio che da sempre fosse una sola persona sarebbe, da sempre, la stessa infelicità, un egoista potente e solitario, schiacciato dai suoi stessi tesori. Una persona simile non potrebbe essere Dio, perché Dio è la stessa felicità.
C’è una sola felicità: quella di amare e di essere amati. Dio è amore, lo è da sempre e necessariamente. Da sempre non è solo, è famiglia, famiglia d’amore. In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio (Gv 1,1). Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: tre persone, un solo Dio, una sola famiglia.
Dio-Amore è famiglia e ha fatto tutto a sua somiglianza. Tutto è stato fatto amore, tutto è stato fatto famiglia.
Abbiamo letto i primi due capitoli della Genesi. In questi due racconti della creazione, l’uomo e la donna, insieme, costituiscono il germe e il modello dell’umanità come Dio la vuole in linea generale. Di tutto ciò che fece nei giorni della creazione, Dio disse: È bene. Solamente dell’uomo solo Dio disse: Non è bene. Non è bene che l’uomo sia solo (Gen 2,18). Infatti se l’uomo è solo non può compiere la sua vocazione di immagine di Dio: per essere amore è necessario che anche lui non sia solo. Ha bisogno di uno che gli stia di fronte, che gli stia adatto.
Per assomigliare al Dio-Amore, al Dio uno in tre persone, bisogna che l’uomo sia formato da due persone simili e allo stesso tempo diverse, uguali, portate corpo e anima l’una verso l’altra dal dinamismo dell’amore, in modo tale che siano uno e che dalla loro unione possa esistere e crescere la terza persona, il figlio. Questa terza persona è, al di là di loro stessi, la loro unità concreta, il loro amore vivente: È tutto te, è tutto me, è tutto noi due in una sola carne! Per questo la coppia è un mistero di Dio, che solo la fede può pienamente rivelare, che solo la Chiesa di Gesù Cristo può celebrare per quello che è.
Si parla, e a ragione, di mistero della sessualità. Il mangiare, la respirazione, la circolazione del sangue, sono funzioni dell’organismo. La sessualità è un mistero.
Ora possiamo comprendere questo: incarnandosi, il Figlio sposa l’umanità. Lascia il Padre suo, prende la natura umana: Dio-Figlio e l’uomo Gesù di Nazaret in una sola carne, questa carne nata da Maria vergine. In Gesù c’è tutto Dio e tutto l’uomo: è vero Dio e vero uomo, Dio completo e uomo completo.
Le nozze per eccellenza sono quelle di Dio con gli uomini, mediante l’incarnazione del Figlio suo. Ecco il Matrimonio, con la lettera maiuscola, definitivo, infinitamente ricco d’amore. Per amore della sua sposa, il Figlio si è consegnato alla morte. Per lei si dà in comunione... Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio... (Mt 22,2-14). Mariti, amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei... (Ef 5,25-33).
Ebbene, il Signore chiede, attraverso la Chiesa, che degli uomini e delle donne si diano l’uno all’altra nell’amore per tutta la vita, che accettino l’onore e la grazia di significare e di vivere questa alleanza di Cristo e della sua Chiesa, di esserne il sacramento, il segno sensibile, visibile a tutti.
In fondo ciò che l’uomo si aspetta dalla donna e la donna dall’uomo è la felicità infinita, la vita eterna, Dio.
Niente di meno. È questo sogno pazzesco che rende possibile nel giorno del matrimonio il dono totale. Senza Dio tutto questo è impossibile.

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