venerdì 12 agosto 2011

3. Aspiriamo a passare dal finito all’infinito, dal relativo all’assoluto, dall’imperfetto al perfetto.

S. Paolo ha scritto a tutti i battezzati e dunque anche a noi: Con lui siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti (Col 2,12; cfr. Ef 2,4-6).
Notiamo! La parola di Dio, lo Spirito Santo in persona ci dice: Con Cristo siete stati insieme risuscitati per la potenza di Dio. È un discorso serio, è una verità di fede, è una realtà: la nostra morte è dietro di noi, non davanti. Ce la siamo lasciata alle spalle il giorno del nostro battesimo. Il primo giorno della nostra vita cristiana abbiamo attraversato il guado della morte, realmente! ...

Scrive l’apostolo Giovanni: Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli (1Gv 3,14).
Non è al termine della nostra vita che incontriamo la morte e la risurrezione. La dipartita finale è solo l’ultimo atto di un lungo itinerario di morte e di vita il cui colpo decisivo è stato dato al momento del battesimo. Le condizioni dell’esistenza manifestano questa legge universale della natura: tutto è passaggio. Passiamo dal giorno alla notte, dalla notte al giorno, dall’estate all’inverno, dall’inverno all’estate, dal sole alla pioggia... Passiamo da un’età all’altra. I capelli passano dal nero al bianco. Tutto è passaggio.
Questa legge della natura è anche la legge della natura umana. Troviamo infatti all’interno di noi stessi questa dinamica: aspiriamo a passare dal finito all’infinito, dal relativo all’assoluto, dall’imperfetto al perfetto.
Col battesimo siamo morti con Cristo, siamo stati sepolti nella sua morte: è questa una delle affermazioni centrali di san Paolo e quindi della nostra fede. E di conseguenza quali problemi si pongono per noi? Si tratta di poter conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conformi nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti (Fil 3,10-11). Si tratta di passare con Cristo e mediante la sua forza che è in noi, dal peccato all’amore, dalla morte alla vita, da questo mondo al Padre. Come potete notare, ritorna sempre il mistero pasquale. Il battesimo ha dato il grande colpo: la porta della nostra prigione è saltata, il decreto della nostra condanna è stato stracciato, la nostra morte è stata ferita a morte, la vita eterna è stata accesa in noi e niente più la deve spegnere. Ogni sacramento, incontro col Cristo pasquale, mi serve per conformarmi meglio alla croce di Cristo, alla sua morte e alla sua vita. Mediante tutti i sacramenti, incontro Cristo, morto duemila anni fa, per fare una sola cosa con lui nella sua morte e nella sua risurrezione.
- segue -

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