Il pane e il vino sono gli alimenti base, simbolo di tutti gli altri, almeno nella nostra civiltà occidentale. Al Padre si chiede il pane quotidiano, cioè, tutto ciò che è necessario alla vita. Il vino, poi, è necessario per un pasto completo e festoso: Il vino è come la vita per gli uomini, purché tu lo beva con misura. Che vita è quella di chi non ha vino? Questo fu creato per la gioia degli uomini. Allegria del cuore e gioia dell’anima è il vino bevuto a tempo e a misura (Sir 31,27-28). …
Per preparare la vita e la festa eterna Gesù prende il pane e un calice di vino. Il pane e il vino sono frutti della terra. Radicati nella terra, vi raccolgono tutte le energie profonde e oscure del suolo per viverne e farcene dono. Fanno proprie tutte le energie del cielo: assimilano la pioggia e il vento, la luce e il calore, i raggi e le forze cosmiche. Nel frumento e nell’uva si dà appuntamento tutto l’universo. Così il cosmo intero si concentra sulla tavola dell’uomo.
Pane e vino sono segni, sacramenti, espressivi e parlanti del sacrificio di Cristo. Il frumento e l’uva, non sfuggono al passaggio attraverso la morte per giungere ad essere pane e vino. Per diventare pane, i chicchi di frumento sono macinati; per diventare vino, i grappoli d’uva sono torchiati e dissanguati. Nella Scrittura e nel linguaggio corrente, la macina e il torchio evocano sofferenza, stritolamento, tortura, sangue versato.
Il grano e l’uva devono fare un cammino di morte per nutrire la vita. Immagine espressiva di Gesù stritolato nella passione, morto in croce, sepolto, risorto e diventato, sotto l’umile apparenza del mangiare, quel pane vivente che fa vivere: l’eucaristia.
Nel pane e nel vino è significata, in modo eloquente per chi la sa intendere, la tragedia di Cristo morto per dare la vita agli altri.
Il pane e il vino, frutti della terra, non sono prodotti grezzi; sono anche frutti del lavoro dell’uomo. "Con il sudore del tuo volto mangerai il tuo pane" (Gen 3,19). Perciò il pane e il vino non sono solamente doni di Dio, ma anche opera della laboriosità dell’uomo. Infatti il pane e il vino sono alimenti elaborati. Il Signore non ha scelto frutti di alberi, carne, miele: di questi se ne cibano anche gli animali. Il pane e il vino non rappresentano soltanto la vita dell’uomo in ciò che ha di più istintivo - nutrirsi -, ma anche di ciò che comporta di più attivo, di più industrioso, di più intelligente. Sono più espressione dell’uomo creatore che dell’uomo consumatore.
Offrendo a Dio il pane e il vino, perché siano trasformati nel suo corpo e nel suo sangue, gli offriamo anche la nostra attività manuale e intellettuale, la nostra storia umana, ed egli le integrerà nel suo sacrificio per comunicare loro una dimensione divina ed eterna.
Il pane e il vino significano le pene e le fatiche degli uomini. Sono stati dei lavoratori a seminare, mietere, macinare, impastare, torchiare...
Sulla nostra tavola e sui nostri altari ci sono i loro sudori e le loro pene. E vi sono rappresentati tutti i lavoratori del mondo. Il sacrificio eucaristico è fatto anche delle loro giornate di fatica, della loro vita che hanno dato per i fratelli. Nativi e immigrati, conservatori e progressisti, credenti e non credenti, capitalisti e socialisti... Insieme.
Sulla tavola eucaristica, come sulla tavola della mia famiglia, trovo così tutta la solidarietà degli uomini nonostante le loro diversità e, addirittura, le loro opposizioni. Tutta questa convergenza degli uomini e delle loro attività nel pane e nel vino è ripresa da Cristo, assunta da Cristo e offerta al Padre in sacrificio. Tutti gli uomini che lavorano si danno perciò convegno, senza saperlo, a messa, in quel pane e in quel vino che sono il frutto del loro lavoro collettivo.
E noi, che lo sappiamo, dobbiamo diventare, insieme con Cristo, gli offerenti coscienti ed estasiati di tutto il cosmo e dell’umanità intera realmente presenti in quel pane e in quel vino. Come questo pane spezzato era prima sparso qua e là su per i colli e, raccolto, divenne una cosa sola, così si raccolga la tua Chiesa dai confini della terra nel tuo regno; poiché tua è la gloria e la potenza per Gesù Cristo nei secoli (Didachè).
L’unità del genere umano, il superamento di tutte le barriere, la pace e quant’altro possiamo desiderare di umano e di divino possono sgorgare solo da questo pane e da questo vino offerti al Padre in sacrificio da Cristo e dalla sua Chiesa.
- segue -
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