domenica 24 ottobre 2010

2. Vivere in eucaristia



Tutto ciò che esiste è dono di Dio ed esiste solo per far conoscere e gustare la paternità di Dio, per fare della vita dell’uomo una comunione con Dio. Il frutto e l’acqua, il latte e la carne, l’aria e il sole sono l’amore divino fatto nutrimento e vita per l’uomo.
Tutti gli altri animali mangiano e vivono per essere al servizio dell’uomo, per essere eventualmente suo cibo. Questo è il senso di quella solenne presentazione dell’Eden in cui spetta ad Adamo di dare un nome a ogni creatura, cioè di prenderne possesso come dono di Dio (Gen 2,19). ...
 L’uomo mangia dalle mani di Dio: Non c’è di meglio per l’uomo che mangiare e bere e godersela nelle sue fatiche; ma mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio. Difatti chi può mangiare e godere senza di lui? (Qo 2,24-25).
Del Signore è la terra e quanto contiene, l’universo e i suoi abitanti (Sal 24,1). La riconoscenza, il ringraziamento, il vivere in eucaristia è la maniera più naturale di vivere per chi sa che il mondo è dono di Dio.
Dio ha benedetto il mondo, l’uomo e ogni creatura per l’uomo. Ha riempito tutto ciò che esiste con la sua bontà; ha fatto ogni cosa molto buona per amore verso l’uomo. Alla manifestazione dell’amore di Dio che sgorga nella creazione e nella storia umana rispondono normalmente il ringraziamento e la lode dell’uomo. Dio si rivela creando meraviglie; l’uomo risponde benedicendo il Dio delle meraviglie. Questa è l’eucaristia.
Benedizione ed eucaristia hanno praticamente lo stesso significato: azione di grazie, ringraziamento.
Non è un caso che la rappresentazione biblica della caduta sia centrata sul nutrimento. L’uomo e la donna hanno mangiato dell’albero, hanno morso il frutto proibito: immagine di un mondo economico in cui Dio non è riconosciuto, in cui il cibo non è ricevuto come un dono di Dio, nell’azione di grazie, nell’eucaristia. È il peccato di una moltitudine di uomini che vedono il mondo come una realtà opaca e non attraversata dalla presenza di Dio. A molti, purtroppo, sembra naturale vivere senza rendere grazie - senza far eucaristia - per il dono che Dio ci ha fatto del mangiare e del bere e della vita di cui essi sono la radice quotidiana. Errore di coloro che, la domenica, preferiscono lavorare per il cibo, piuttosto che offrire l’eucaristia a colui che fa vivere.
Sappiamo che il nutrimento è la vita e che il mondo intero è stato creato per nutrire l’uomo. La funzione eucaristica primordiale dell’uomo è di offrire a Dio la sua vita, attraverso il nutrimento che ne è il simbolo espressivo. Prendere nelle mani il mondo intero come si prenderebbe una mela, ma non per rubarla o mangiarla nella ribellione o nell’indifferenza, ma per offrirla in riconoscenza a colui dal quale tutto abbiamo, a colui che ne è il legittimo proprietario. È il gesto che Adamo non ha saputo fare. È il gesto del sacrificio (= fare cosa sacra, azione dell’uomo indirizzata a Dio, atto di offerta a Dio). Il sacrificio dovrebbe essere l’atto più naturale dell’uomo. I pagani stessi ne hanno trovato spontaneamente la strada. Il sacrificio è amore: ringraziamento a Dio e condivisione con gli altri.
- segue -

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