martedì 8 giugno 2010

6. Il peccato, ogni peccato è una rottura

Leggiamo nel documenti del Concilio Vaticano II: "Solo Cristo, presente per noi nel suo corpo, che è la chiesa, è il mediatore e la via della salvezza; ora egli, inculcando espressamente la necessità della fede e del battesimo, ha insieme confermata la necessità della chiesa, nella quale gli uomini entrano mediante il battesimo come per la porta" (LG 14).
Ma prima di varcare questa porta del battesimo occorre la fede, l’esperienza dell’Altro, di Dio: in questa esperienza di fede cresce un poco per volta il rapporto personale con Dio, cresce l’amore per lui. Ci vuole del tempo per conoscersi, legarsi, donarsi: è il fidanzamento dell’uomo con Dio. Dio ha impiegato lunghi secoli per rivalersi agli uomini. Convenite quindi con me che ci vorranno almeno dei mesi per preparare un adulto al battesimo o per rivelare Gesù Cristo a dei genitori non praticanti che chiedono il battesimo per il loro bambino: lunghi mesi perché la fede cresca a sufficienza per esplodere in una sincera professione quando il celebrante del battesimo chiederà: "Credi in Dio Padre…?, e in Gesù Cristo…?, e nello Spirito Santo…?". ...

La triplice risposta "credo" non dev’essere una bugia, o una risposta veloce per cavarsela in modo sbrigativo, o perché sul libretto del rito c’è scritto così! Diversamente il battesimo viene presentato e celebrato come una cosa poco seria e di poco conto, viene liquidato come merce in svendita, con sconti, ribassi e massime facilitazioni di pagamento, se non addirittura viene regalato senza chiedere nessun impegno al battezzato. Di conseguenza non ci sarebbe da meravigliarsi se un battesimo celebrato in un modo così poco serio venisse vissuto in un modo ancora meno serio o non venisse vissuto affatto.
Solo se la fede viene accolta e proclamata si compie la piena "illuminazione" nella solenne celebrazione del battesimo: è l’ingresso nella chiesa; è nato un uomo nuovo nella famiglia degli uomini nuovi; una nuova pietra viva è stata inserita nella costruzione del corpo di Cristo che è la chiesa.
Questa è l’essenza del battesimo: l’ingresso nella famiglia di Dio che è la comunità di Gesù Cristo, la chiesa.
A questo proposito è necessario rettificare alcune idee, tenaci ma inesatte, che pongono l’accento sulla "cancellazione" del peccato originale. Capitemi bene! Non sto negando l’esistenza del peccato originale, ma cercando di spiegare questa realtà: la realtà del peccato.
Il peccato, ogni peccato è una rottura:
– rottura con Dio (Gen 3);
– rottura tra coniugi e tra fratelli (Gen 3 e 4);
– rottura nella società e nella famiglia umana (Gen 4, 11).
I primi undici capitoli della Genesi sono la triste epopea del peccato del mondo, di un mondo in cui l’egoismo degli individui e dei gruppi prende il sopravvento sulla legge dell’amore.
Il salvatore Gesù è venuto a uccidere l’odio, a riconciliare il mondo, a radunare i figli di Dio che erano dispersi. La salvezza consiste nel costruire unità – l’unità dello Spirito Santo – tra le persone umane così come esiste tra le persone divine. Il battesimo è questa aggregazione alla famiglia di Dio. Lo dice la parola di Dio narrandoci cos’è successo dopo la prima celebrazione del battesimo, il giorno di Pentecoste. Leggiamo negli Atti degli Apostoli: "Coloro che accolsero la sua parola (quella di Pietro) furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone… Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune… Il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati" (At 2, 41-47).
Ripeto: il peccato è essenzialmente non una macchia da cancellare, ma una rottura tra persone, rottura con Dio, con noi stessi e con i fratelli. Il battesimo è il rimedio a questa triplice rottura: in una parola, il battezzato viene unito alla comunità delle tre persone divine, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e alla comunità visibile dei credenti, al popolo di Dio, alla chiesa.
- segue -

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