martedì 25 maggio 2010

4. "Chi opera la verità viene alla luce" (Gv 3, 21)

Battesimo Magdi Allam Ascoltiamo con la massima attenzione questo brano del  Concilio Vaticano II che è molto illuminante al proposito: "Con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo… Nascendo da Maria vergine egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato… Il cristiano certamente è assillato dalla necessità e dal dovere di combattere contro il male attraverso molte tribolazioni, e di subire la morte; ma associato al mistero pasquale e assimilato alla morte di Cristo, andrà incontro alla risurrezione, confortato dalla speranza. E ciò non vale solamente per i cristiani ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo infatti è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale" (GS 22). La maggior parte degli uomini, purtroppo, non saprà mai questa consolante verità che li riguarda così profondamente e personalmente; e questo ci dà molta pena.  ...

A questo punto vengono spontanee tante domande: Ma, allora, la salvezza è automatica per il solo fatto che Dio si è fatto uomo e noi siamo nati uomini?  Dove va a finire la nostra libertà di scelta e la nostra doverosa collaborazione, secondo quanto diceva anche sant’Agostino: "Chi ti ha creato senza di te non ti salverà senza di te"? Non è forse necessario prendere coscienza di Dio, di Cristo, della salvezza e rispondere con positiva decisione personale?
Certamente! È necessario prendere coscienza e rispondere personalmente. Per questo parliamo di battesimo di desiderio.
Il battesimo di desiderio non è il desiderio del battesimo.
L’umanità, alla quale non è giunto l’annuncio del vangelo, non conosce il battesimo cristiano e, di conseguenza, non può desiderare ciò che non conosce. Perché tutti gli uomini siano immersi nell’evento della salvezza, e quindi battezzati di desiderio, basta loro una certa coscienza.
Quale coscienza?
La "coscienza", semplicemente. La coscienza che chiama ciascuno a fare ciò che crede di dover fare, onestamente, "in coscienza". Ogni uomo che, pur nella sua povertà, segue le luci della sua coscienza, è battezzato del battesimo di desiderio, perché queste luci, per  quanto possano essere deboli, sono concretamente la volontà di Dio su di lui. Più esattamente: Dio non gli chiede altro se non di seguire la sua coscienza, anche se essa è ignorante o addirittura erronea. La sua coscienza è, a suo livello, la verità. E "chi opera la verità viene alla luce" (Gv 3, 21) dice Gesù. Dio entra per il più piccolo spiraglio se non gli si chiudono ostinatamente tutti i punti di passaggio. Come il vento (cfr. Gv 3, 7-8).
Queste affermazioni non sono accessorie e neppure secondarie nella nostra fede, ma ne costituiscono il nocciolo perché sono la corretta professione di fede di Gesù Cristo. Molti tendono a dimenticarle, a minimizzarle, tanto è stata sottolineata e ripetuta la necessità del battesimo di acqua. Molti poi hanno paura di dire queste cose perché temono che su questa strada si finisca con il rendere meno serio il problema della fede, meno importante la scelta per il cristianesimo, meno attiva la missione evangelizzatrice, e che in fin dei conti la chiesa e i suoi sacramenti vengano considerati soltanto una religione in mezzo alle altre e come le altre.
Onestamente, nessuna paura può permettere di mascherare o di nascondere la verità, questa luminosa, beata e consolante verità. Questa paura è più meschina e più miope di ogni altra: è una specie di bestemmia contro Dio e contro Cristo. Se soltanto i battezzati nell’acqua sono in Gesù Cristo, egli, per la stragrande maggioranza degli uomini non è il Salvatore, non è il Signore del mondo: la stragrande maggioranza degli uomini sarebbe definitivamente nelle mani del diavolo; e Dio avrebbe creato tanta gente per la rovina eterna. Questa è la verità: per il fatto di essere creatore di tutti e di ciascuno, Dio è Padre di tutti e di ciascuno, è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti (Ef 4, 6). A tutti e a ciascuno egli dona suo Figlio fatto uomo come fratello e salvatore. A tutti e a ciascuno il Figlio dà la sua vita, il suo sangue, la sua morte e la sua risurrezione. A tutti e a ciascuno il Figlio risorto manda lo Spirito Santo. Tutti gli uomini sono immersi nel sangue del Figlio di Dio, immersi nella sua morte, sepolti con lui nella tomba. Tutti gli uomini sono tuffati, immersi, battezzati nello Spirito Santo. Ogni uomo che un giorno o l’altro, prima o poi, risponde affermativamente, secondo la luce che ha, alla proposta di Dio, entra sicuramente nella salvezza.
Lo so che a questo punto sorgono tante domande, tante obiezioni: Ma, allora, che cosa conta essere cristiani battezzati in chiesa? In questo modo siamo tutti uguali!
Risponderemo tra breve a questi interrogativi, ma ora invece di preoccuparci di salvaguardare i nostri privilegi veri o presunti, eleviamo a Dio un ringraziamento perché è infinitamente più grande dei nostri cervelli e dei nostri cuori spesso incapaci di capire e di amare. Le parole adatte per questo ringraziamento ce le fornisce l’apostolo Paolo: "O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore? O chi è mai stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio? Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui gloria nei secoli. Amen!" (Rm 11, 33-36).
 - segue -

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