lunedì 10 maggio 2010

2 - "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio…” (Gv 3, 1-21)

gesu_nicodemo Che cosa vuol dire essere in Cristo?
Essere in Cristo vuol dire: diventare un’unica cosa con lui, un’unica persona con lui (Gal 3, 28), Figlio prediletto del Padre, diventare un tutt’uno con lui nel suo essere, nella sua vita, nella sua morte, risurrezione e ascensione al Padre.
La salvezza dunque non è qualcosa, ma Qualcuno: è Cristo stesso. Nella sua persona troviamo il perdono dei peccati, la riconciliazione con Dio e con gli altri, l’adozione divina (diventiamo veramente figli di Dio), il dono dello Spirito Santo, la vittoria sulla morte; in una parola: la nuova vita, la vita della grazia, la vita divina.
Da qui l’importanza d’incontrare Gesù Cristo e di formare un’unica cosa con lui. È lui l’unico mezzo per arrivare al Padre. Dice Gesù nel vangelo di Giovanni: "Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14, 6). Gesù è la vita obbligata per andare al Padre. ...

Ma dove possiamo incontrare Gesù?
Lo sappiamo: il sacramento dell’incontro con Cristo è la sua chiesa. Non avendo più la possibilità di vedere, toccare, ascoltare il Cristo, Verbo della vita, in modo corporeo, si entra in contatto con lui attraverso i riti sacramentali della chiesa, e innanzitutto attraverso il battesimo. Cristo è presente e agisce personalmente nei sacramenti. Ora il sacramento primordiale, quello della nascita alla vita nuova, è il battesimo.
Gesù spiega il significato del battesimo a Nicodemo (Gv 3, 1-21). Gesù gli dice: "In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto non può vedere il regno di Dio (cioè: non può esistere nella vita divina)". E Nicodemo a lui: "Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?". Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne (ecco la prima creazione!) e quel che è nato dallo Spirito è Spirito (ecco la seconda creazione!). Non ti meravigliare se ti ho detto: dovete rinascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito".
Gesù annuncia il battesimo. Parla di una nascita. Non di una nascita carnale, umana, ma d’una nascita spirituale, divina: una nascita dallo Spirito Santo. Parla della nascita per la quale un figlio d’uomo diventa figlio di Dio.
Il Maestro parla di acqua, ma parla soprattutto di Spirito, e paragona questo soffio di Dio al soffio della natura che è il vento. L’acqua si sa di dove viene e dove va; la gravità la costringe a seguire i pendii e i meandri della terra: si insinua già così che il battesimo di acqua sarà forzatamente limitato. Ma c’è lo Spirito. Lo Spirito, rappresentato dal soffio del vento, è totalmente libero.
Si può incanalare l’acqua, fermarla con una diga, ma non si può tenere il vento al guinzaglio; non si può incatenare l’azione divina dell’Amore, neppure nei sacramenti, neppure nella chiesa. Dio non è legato ai sacramenti perché è lui che li ha istituiti come mezzi ordinari della salvezza, e lui può fare liberamente le sue belle eccezioni; ne fa tante e ne farà ancora tantissime. In altri termini. Possono incatenare la chiesa, possono impedire sistematicamente la celebrazione dei sacramenti, ma lo Spirito non può essere incatenato o impedito. Egli lavora con la massima libertà nell’intimo delle coscienze, sia in regimi di libertà per la chiesa, sia in regimi di oppressione e di persecuzione. Egli passa tutte le frontiere senza esibire documenti: lo Spirito è Signore e dà la vita.
Il battesimo è perciò, normalmente, un po’ d’acqua e molto Spirito Santo. L’acqua non può evidentemente supplire allo Spirito, ma lo Spirito può supplire all’acqua. Anche dove non c’è acqua, anche dove non c’è chiesa, anche dove non ci sono cristiani, lo Spirito è all’opera e dà la vita di Dio agli uomini. La salvezza infatti è offerta a tutti gli uomini, è una realtà universale, ingloba tutta l’umanità. E quello che sto dicendo non è una mia teoria, ma è la volontà esplicita di Dio: l’ha messa per iscritto. Dice Paolo: "Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti" (1Tm 2, 3-6). Dio vuole la salvezza di tutti. Cristo ha dato se stesso in riscatto per tutti. La salvezza quindi non è solo "proposta" a tutti, è già "compiuta" per tutti.
Dio ha offerto il banchetto di nozze della vita eterna a tutti; tutti sono invitati. Egli ha preparato per tutti, anche per coloro che volessero declinare l’invito e lasciare il posto vuoto alla tavola del convito della salvezza.
Mi sembra che a questo punto sorga una domanda che esige una risposta chiara: la maggioranza degli uomini esistiti fino ad ora (e forse la maggioranza di quelli che esisteranno) non hanno conosciuto Cristo e non sono stati battezzati in chiesa. Tutta questa gente sarà salvata ugualmente? Vi anticipo subito la risposta per non tenervi in sospeso e per non essere frainteso. Sì, saranno salvati tutti, se non rifiutano volontariamente e liberamente la salvezza. Ma, allora, direte voi, ci si salva anche senza il battesimo e senza diventare cristiani?
Seguite quanto stiamo dicendo e avrete una risposta esauriente e chiara.
Tutte le volte che recitiamo il credo, o simbolo della fede, diciamo: Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Quindi esiste un solo battesimo. Ma esistono tre forme di quest’unico battesimo: il battesimo di sangue, il battesimo d’acqua e il battesimo di desiderio.
Che cos’è il battesimo di sangue? È il martirio. È il battesimo "cristiano" vissuto da Gesù nella sua passione. L’ha detto lui: "C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!" (Lc 12, 50). È il modello esemplare del battesimo perché è il massimo dell’amore e della testimonianza di fede: essere immersi, battezzati nel proprio sangue, dare la vita: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15, 13) ha detto Gesù.

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