lunedì 26 aprile 2010

10 - Ma liberaci dal male

00Michele_Arcangelo Forse sarebbe meglio tradurre quest’ultima invocazione: Ma liberaci dal Maligno, come leggiamo nella preghiera sacerdotale di Gesù in Gv 17,15: “Non chiedo che Tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno”.
Il Padre nostro ci fa chiedere prima il perdono dei peccati commessi, poi ci fa domandare di evitarli in avvenire, con l’invocazione: Liberaci dal male, liberaci dal Maligno.
Il male viene dal Maligno che ha introdotto il peccato nel mondo, essendo omicida fin dal principio (Gv 8,44).
Scrive sant’Ambrogio: “Il Signore che ha cancellato il vostro peccato e ha perdonato le vostre colpe, è in grado di proteggervi e di custodirvi contro le insidie del diavolo che è il vostro avversario, perché il nemico che suole generare la colpa, non vi sorprenda. Ma chi si affida a Dio, non teme il diavolo. "Se infatti Dio è dalla nostra parte, chi sarà contro di noi?” (Rm 8,31). ...

Chiedendo di essere liberati dal Maligno, noi preghiamo anche di essere liberati da tutti i mali di cui egli è l’artefice e l’istigatore. Così prega la Chiesa ogni giorno nella celebrazione eucaristica: “Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni e con l’aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo”.
Conclusione
A proposito del Padre nostro, santa Teresa d’Avila dice: “C’è da lodare Dio nel considerare la sublime perfezione di questa preghiera evangelica. Come si vede che fu insegnata da quel Maestro! Ognuno può servirsene secondo i suoi particolari bisogni, perché in poche parole racchiude tutto quanto si può dire... Io ne sono tutta meravigliata e mi pare che avendo questa preghiera non ci debba occorrere altro libro, bastandoci essa sola.
La preghiera insegnataci da Cristo, infatti, è la sintesi della fede, è preghiera sublime e sicura, sazia l’anima e la libera da ogni ansia e paura dell’ignoto e del Maligno. È un grido di certezza nell’amore di Dio, “Padre di tutti, che è al sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4,6).

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