Il racconto della passione di Gesù ci fa capire il significato della parola indurre. Nel Getsemani, gli apostoli sono esposti al pericolo di entrare nella tentazione di cedere a satana. Non ci indurre in tentazione significa perciò: Fa’ che non entriamo nella tentazione, cioè nella situazione critica di chi comincia ad essere affascinato dal male. Il diavolo è nemico sleale e si trasforma in angelo di luce (2Cor 11,14) presentando il male come bene e il bene come male.
Gesù ci esorta: “Vegliate e pregate per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Mt 26,41).
E san Paolo scrive: “Attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo... Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi” (Ef 6,10-18).
La vittoria contro satana è possibile solo con la preghiera. È per mezzo della preghiera che Gesù è vittorioso sul tentatore nel deserto e nel Getsemani.
Dio permette che ci assalgano tentazioni di ogni genere, ma con la preghiera ci dà l’aiuto per resistere e uscirne vittoriosi e collaudati nel bene. “Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita e la forza per sopportarla” (1Cor 10,13).
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