lunedì 2 novembre 2009

46 - Lo Spirito è la fonte della libertà cristiana.

!cid_68F9F54975754CD29DEF08C8961DA0F6@PCLucia Lo Spirito è la fonte della libertà cristiana. "Libertà è poter fare ciò che si deve fare" (Montesquieu). Siamo liberi esattamente nella misura in cui possiamo amare gli altri. "Bisognerebbe fare in modo che nemmeno una volta nella vita si abbiano a compiere i propri doveri religiosi, perché costretti o per obbedire a pure convenienze" (Lacordaire).
La legge è cristiana solo se è interiorizzata nel cuore. Solo l’amore giustifica la legge. Senza l’amore la legge uccide. "Ama e fa’ quello che vuoi" (s. Agostino). "La cosa più importante nella legge del Nuovo Testamento, nella quale consiste ogni virtù, è la grazia dello Spirito Santo, data con la fede in Cristo. Quindi la legge nuova consiste principalmente in questa stessa grazia dello Spirito santo concessa ai fedeli di Cristo" (s. Tommaso. Summa I-II q. 106, a.1).
Libertà non è libertinaggio ...


Libertà non è libertinaggio, ma servizio e amore a Dio e al prossimo. "Voi infatti siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non diventi un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate al servizio gli uni degli altri. Tutta la legge, infatti, trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso... Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è legge. Ora quelli che sono in Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito" (Gal 5,13-25).
La vita dello Spirito d’amore in noi ci fa diventare più uomini, risana le nostre coscienze e i rapporti umani, ristabilisce un clima fraterno ovunque ci troviamo.
Nello Spirito Santo, la morale diventa la legge di Cristo, la vita di figli di Dio, perché "tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio" (Rm 8,14). Nello Spirito i nostri rapporti con gli altri sono trasformati: siamo fratelli. Lo Spirito santo ci insegna a non cercare solamente la nostra felicità perché sarebbe il modo migliore per non trovarla. Saremo felici solo quando gli altri saranno felici con noi. Lo Spirito è venuto sulla terra per rimettere in sesto l’umanità disfatta, il nostro mondo in cui gli uomini non si comprendevano più (cfr. Gen 11,1-9). La Pentecoste (At 2,1-13) è l’attacco definitivo e già vittorioso contro tutti i nazionalismi, i razzismi e tutti gli "ismi" che dividono e contrappongono gli uomini.
Le condizioni in cui lo Spirito santo si dà e opera, sono essenzialmente comunitarie. Lo Spirito è dato alla Chiesa. "Quando ricevettero la forza e la luce dall’alto, i capi e i membri della Chiesa nascente non erano separati e dispersi, erano invece riuniti in un medesimo luogo e uniti come un cuore solo e formavano un’unica assemblea di fratelli... Così ogni fratello fu colmato dei doni celesti in quanto formava un’unità morale con tutti gli altri discepoli" (Möhler).
Lo Spirito Santo ci mette tutti insieme. Fa lavorare all’unico disegno di Dio uomini di ogni estrazione che non s’erano mai incontrati prima di allora. È il grande regista degli incontri umani.
Lo Spirito Santo è il grande missionario e con lui sono missionari tutti coloro che si lasciano invadere da lui. Nella comunità primitiva, quando si voleva affidare un compito a qualcuno, si cercava chi fosse maggiormente pieno di Spirito Santo come nel caso della elezione dei sette: "Cercate, dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione pieni di Spirito Santo e di saggezza, ai quali affideremo quest’incarico... ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo..." (At 6,3-5).
Ogni cristiano ha ricevuto lo Spirito ed è inviato in missione a tutti gli uomini indistintamente. La classificazione degli uomini in buoni e cattivi è semplicistica e ingiusta. Naturalmente i buoni saremmo noi e i cattivi gli altri. Spesso questi "cattivi" sono cancellati dai programmi delle nostre attività pastorali e dal nostro orizzonte missionario. Noi possiamo essere missionari verso ogni uomo solo se siamo persuasi che lo Spirito Santo lavora in ogni coscienza.
"La terra è una grossa bestia. Ci si affatica, ci si avvilisce, ci si prostituisce, ci si uccide, e ci si fa l’abitudine" (Victor Hugo. I miserabili). Ci si fa l’abitudine e ci si dichiara sconfitti in partenza. Solo lo Spirito ci fa capire e credere che il regno di Dio non è al di là, un altro mondo, ma esattamente questo nostro mondo che deve diventare diverso, altro.
Il nostro mondo continua a essere costruito sull’odio mentre lo Spirito vuole ricostruirlo sull’amore. La fraternità umana è possibile. Possiamo fare uscire il nostro mondo dalla sua logica fratricida e da quella triade diabolica che si chiama uccidere, mentire e giudicare. I cristiani devono essere in prima fila fra coloro che ricostruiscono il mondo sull’amore, il cui vero nome è Spirito Santo.

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