martedì 27 ottobre 2009

45 – Credo nello Spirito Santo

Spirito Santo Questa terza parte del Simbolo è la rivelazione dell’opera dello Spirito negli uomini.
Gesù dice: "Lo Spirito di verità... voi lo conoscete perché dimora presso di voi e sarà in voi" (Gv 14,17). "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra!" (At 1,8). Questa presenza, questo dinamismo profondo di Gesù nella Chiesa e nel mondo, hanno un nome, sono una persona: lo Spirito Santo.


In questa parte del Credo non trattiamo dello Spirito santo in quanto persona divina, ma in quanto dono di Dio agli uomini. Infatti noi conosciamo Dio solo mediante i suoi rapporti con noi. Non è facile parlare dello Spirito santo. Ci riesce meno difficile immaginarci il Padre e il Figlio, non fosse altro che per il loro nome: la terra è piena di padri e di figli e questo ci dà la possibilità di trovare una rassomiglianza nel nostro mondo visibile.
Invece il nome Spirito non ci evoca nessun volto umano, si presenta così astratto che si fa fatica a capire che lo Spirito santo è una persona viva con la quale è possibile instaurare dei rapporti.
Cerchiamo di conoscere lo Spirito soprattutto attraverso il suo agire. Invisibile in sé, diventa visibile negli effetti che produce.
È precisamente attraverso gli effetti della sua azione che lo Spirito santo si è fatto conoscere e continua a manifestarsi.
Spirito vuol dire soffio, vento. Ora provate a disegnare il vento. Il vento non si disegna, non è possibile: si avverte, se ne intuiscono gli effetti. Se voi vedete un filo orizzontale carico di biancheria gonfia e tutta rivolta verso la stessa direzione o le cime degli alberi che si muovono, dite: "Soffia il vento e soffia in quella determinata direzione". Così è dello Spirito santo.
Il volto dello Spirito è impercettibile. Solo prestando attenzione alle sue manifestazioni e aprendosi alle sue meraviglie si vede lo Spirito. Egli si manifesta nei suoi doni, nei suoi carismi, nelle sue opere, nel mondo e dentro di noi.
Lo Spirito è l’anima della Chiesa, la sorgente di tutto il suo dinamismo. Gesù manda gli apostoli a predicare (Mt 28,19-20; Mc 16,15-20), ma è lo Spirito che parla attraverso di loro: "Non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi" (Mt 10,20). La Chiesa è l’opera realizzata da questi due artefici del Padre: il Figlio e lo Spirito. Questi due grandi operai, Gesù e lo Spirito, lavorano alla stessa opera per la gloria del Padre vivificando l’umanità e sostenendola nella sua fragilità.
"Senza lo Spirito santo, Dio è lontano; Cristo resta nel passato, il vangelo è una lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un ricordo, e l’agire cristiano una morale di schiavi" (Patriarca Atenagora).
L’intelligenza umana penetrata dallo Spirito ribalta la scala tradizionale dei valori. Quanto il mondo stima al di sopra di tutto (denaro, salute, cultura, posizione sociale, reputazione, ecc.) diventa veramente relativo per chi ha compreso che solo Dio può colmare il cuore e dargli beatitudine. È lo Spirito che introduce nelle beatitudini. Le beatitudini (Mt 5,1-12; Lc 6,20-24) non sono affatto un insegnamento per pochi privilegiati, ma per tutti i battezzati; sono un’esperienza di vita proposta a ogni discepolo: sono la magna charta, il manifesto cristiano.
Il cristiano che vive le beatitudini è un pazzo, ma non è il solo: è folle come il suo Dio.

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