lunedì 12 ottobre 2009

43 - Il purgatorio

almas_purgatorio_1 Il Concilio Vaticano II nella Lumen gentium afferma semplicemente che "la Chiesa di quelli che sono in cammino... fino dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la memoria dei defunti e poiché santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti, perché siano assolti dai peccati" (2Mac 12,46), ha offerto per loro anche dei suffragi" (LG, 50).
Mettiamo dunque una pietra sopra un purgatorio tutto fuoco e fiamme. Fino al secolo XII "purgatorio" era un aggettivo. Si parlava di pene purgatorie cioè di pene che purificano. Fu uno sbaglio non solo grammaticale cambiare l’aggettivo in sostantivo. Ne venne fuori un luogo, una prigione con tutti gli orrori di "alme gementi fra vindici ardor".
Il purgatorio è un mistero di maturazione pasquale. E’ un’"incubatrice" dove ci è dato di portare a compimento quella crescita nella vita divina che non abbiamo realizzato nella vita presente; è l’ultimo tocco estetico prima di entrare nella vita eterna. Le anime sante del purgatorio stanno decisamente meglio di noi. "Non credo che dopo la felicità dei santi in paradiso, possa esistere una gioia paragonabile a quella delle anime del purgatorio" (s. Caterina da Genova +1510. Trattato del purgatorio, cap. 2). "Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace... la loro speranza è piena di immortalità... Coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell’amore perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti" (Sap 3,1-9).

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