lunedì 7 settembre 2009

38 - Il terzo giorno risuscitò da morte - I discepoli di Gesù celebrano la loro fede: credo e cantici.

Gesù risorto - 05 2) Credo e cantici. Verso l’anno 45, s’inizia nella Chiesa a mettere per scritto i ricordi e l’insegnamento orale degli apostoli. A questo materiale scritto attingeranno gli evangelisti e san Paolo. I testi più antichi del Nuovo Testamento sono appunto le lettere di s. Paolo, a partire dal 50. Il primo dei nostri vangeli (Marco) sarà redatto all’epoca della morte di Paolo, nel 67.
Per quanto riguarda la risurrezione del Signore, limitiamoci alle cose più tipiche.

Paolo aveva fondato la Chiesa di Corinto nel 50-51. Nella primavera del 56 scrive a questa comunità: "Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l’ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto" (1Cor 15,1-8).
"Vi ho trasmesso": Paolo continua una "tradizione" già fissata in un credo battesimale che l’apostolo ha lui stesso ricevuto a Damasco in occasione della sua conversione verso il 34-35.
Né gli Atti degli apostoli né Paolo descrivono la risurrezione. L’affermano come un fatto, attuale, incontestabile, di cui vivono, per il quale muoiono e di cui proclamano il significato partendo dalle Scritture. Per la Chiesa primitiva importa una sola cosa: Gesù è risorto! "Se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo" (Rm 10,9). "Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui" (1Ts 4,14).
Nelle lettere degli apostoli, nei vangeli e nell’Apocalisse si trovano cantici composti dalle prime comunità nei quali è chiaramente cantata la fede nella risurrezione di Cristo. Ne riportiamo due. "Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre" (Fil 2,5-11).
"Possa egli (il Padre) davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l’efficacia della sua forza che egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro.
Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose" (Ef 1,18-23).
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