L’incarnazione non si conclude con l’ascensione di Cristo. Gesù è rimasto uomo, un uomo assiso alla destra del Padre onnipotente.
Il fariseo è colui che tenta di fare delle buone relazioni con Dio una scusa alle cattive relazioni con il prossimo (cfr. Lc 18,9-14), che escogita il modo per non pagare il sussidio alimentare ai genitori votando i suoi beni a Dio (cf. Mt 15,5). I conti in regola con Dio gli danno la possibilità di sentirsi la coscienza tranquilla nei confronti degli altri.
Cristo ha rovesciato simili ragionamenti. Egli ci ha detto: hai gli stessi doveri verso Dio e verso il prossimo: tu non sei più vicino a Dio di quanto tu non lo sia al prossimo; l’unica prova decisiva che tu ami Dio è che tu ami il fratello: «Se uno dicesse: "Io amo Dio" e odiasse suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio ami anche suo fratello» (1Gv 4,20-21).
L’eresia più pericolosa consiste nel disincarnare Cristo, nel liberare Dio dal corpo, nel rimetterlo in cielo. Se Dio se ne stesse in cielo io potrei odiare tranquillamente il mio prossimo o, peggio ancora, potrei ignorarlo, starmene a casa mia tranquillo, con la mia povera religione della domenica. Potrei onorare Dio, e, durante la settimana, servirmi del fratello anziché servire il fratello.
La religione dell’incarnazione è scomoda e mette continuamente in discussione la nostra quiete: Dio è sempre presente. "Io, Cristo, ho fame, ho sete, sono forestiero, nudo, malato, carcerato" (cfr. Mt 25,31-46).
Tutte le strutture della società sono anticristiane: capitalismo, proletariato, privilegi di classe, di denaro, di razza e di colore, di educazione e di cultura; ovunque privilegi e barriere e quindi oppressione. E Cristo non è tra i privilegiati!
Cristo è in terra e si tratta di una presenza terribile. Gli avversari dell’incarnazione vogliono una religione comoda: per questo esiliano Cristo, separano Dio dall’uomo. Ognuno sistema le sue faccende come vuole e tutto è più facile quando Dio non interviene a complicare le cose.
Alla fine del mondo risuonerà la stessa parola che risuonò in principio: "Caino, dov’è tuo fratello Abele?" (cfr. Gen 4,9).
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