Un saggio indù ha detto che l’Europa ha capito soltanto metà del messaggio di Cristo. Essa ha capito che Cristo e Dio sono un tutt’uno; deve però ancora scoprire l’altra metà, che cioè Cristo e l’uomo sono un tutt’uno, che l’uomo, ogni uomo, anche il più piccolo degli uomini è suo (di Cristo).
L’incarnazione scandalizza i giudei: essa abbassa l’Altissimo, macchia il Santo con l’impurità della nascita, del sangue, della morte.
L’incarnazione è stoltezza per i greci (pensatori e filosofi): essa pone l’Eterno nel tempo, lo spirito nella materia, l’uno nel molteplice, l’universale nel particolare. Essa è esattamente il cammino inverso dell’idealismo greco che cerca la salvezza nella disincarnazione.
Ma soprattutto l’incarnazione sconvolge e supera noi cristiani di ieri e di oggi. Tutte le grandi eresie indicano la nostra resistenza a tale vertiginoso ideale, a questo avvicinamento sconvolgente e inquietante: l’unione reale dell’uomo con Dio.
Anche oggi ci sono eresie sommerse ma pericolose come mine vaganti inesplose. Il cristiano mal istruito crede che Gesù si è manifestato in un corpo senz’anima umana e considera la parola "carne" esclusivamente in senso materiale, come la bistecca, mentre significa "uomo". "Il Verbo si è fatto carne" (Gv 1,14) significa "si è fatto uomo".
Il cristiano troppo dotto rappresenta Cristo come qualcuno che ha il ciclomotore, ma fa finta di pedalare su una comune bicicletta per incoraggiare i ciclisti (noi uomini). Finge di affaticarsi sui pedali, ogni tanto sospira per dare l’impressione che è stanco, si asciuga il sudore perché gli altri sudano. Ma con tutto ciò va sul ciclomotore. In altre parole, Cristo ha risolto i suoi problemi di uomo con il motore della sua divinità e non pigiando faticosamente sui pedali della sua umanità.
Qualcuno ci disse che Gesù non pregava per necessità, ma per darci il buon esempio. Faceva finta! Anche Bossuet ci lascia di stucco quando commenta la frase del vangelo "Gesù cresceva in sapienza, statura e grazia davanti a Dio e agli uomini" Lc 2,52). Dice: "Gesù possedeva tutta la perfezione fin dal principio, ma la lascia trasparire progressivamente per rassomigliare a un vero bambino" (Bossuet, Elévations sur les Mystères). Ha fatto finta di crescere, ha fatto finta di essere un bambino!
Qualcuno crede che Gesù è stato uomo, ma non lo è più e che in eterno è soltanto Dio.
Altri allontanano Cristo dal mondo, lo confinano in cielo, lo incensano, lo esiliano totalmente e rendono la carità fraterna, al massimo, un comando, una occasione di merito e non quale essa è: un atto di amore a Cristo che si identifica con l’uomo: "Ogni volta che avete fatto tutte queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me" (Mt 25,40).
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