martedì 5 maggio 2009

21 - Le porte del mistero non si aprono col grimaldello dell’intelligenza… si spalancano all’amore

La Santissima Trinità - 1 L e porte di questo mistero non si aprono col grimaldello dell’intelligenza o con la perspicacia delle formule, ma si spalancano solo all’amore. "Se uno mi ama... il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui... e lo Spirito santo che il Padre manderà in mio nome, v’insegnerà ogni cosa" (Gv 14, 23-26). "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenut e nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te" (Mt 11,25-26).
Arrivato a questo punto, qualcuno potrebbe esclamare: "Finalmente ho capito il mistero di Dio-Trinità!". No, assolutamente. Ci siamo solo avvicinati al mistero.
Quando si tratta di Dio (ma anche delle persone umane!) possiamo solamente supporre il loro mistero, intravederlo, intuirlo senza poterlo veramente afferrare e esprimere con nozioni chiare e formule esatte. Prendiamo la vita, la nostra, quella di un animale o di una pianta: ebbene nessuno scienziato sa dirci che cosa sia esattamente. Eppure la vita è in noi, attorno a noi, vi siamo immersi. Nonostante questo, non esiste nessuna possibilità di definirla in termini perfetti. Abbiamo una certa intuizione di che cosa sia la vita, ma il suo mistero essenziale ci sfugge. Non conosciamo neppure noi stessi.
Eppure noi continuiamo a vivere, tentando di balbettare su quanto viviamo pur sapendo che la vita e le persone non si mettono in formule. A maggior ragione quando si tratta della vita di Dio. Abbiamo a disposizione solo parole inadeguate, "ingannatrici", e tentiamo di costruirci delle immagini con specchi deformanti. La strada più adeguata è ancora e sempre quella dell’amore. "Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio; chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama, non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore" (1 Gv 4,7-8).
Dio si rivela come qualcuno e non come un complesso di forze vaghe e stemperate nella natura. Ha un nome proprio. È una persona.
Persona ( in greco: pros-opon = sguardo verso; in latino: persona = risuonare attraverso, parola verso) indica un essere che dialoga e ha dei rapporti.
Se l’Assoluto, Dio, è persona ancora prima della creazione, non può essere un singolo, altrimenti non sarebbe "sguardo verso" qualcuno, "parola verso" qualcuno, "rapporto con qualcuno". Da sempre, quindi il nostro Dio "unico" è anche "pluralità".
Dio si è rivelato come Amore (1Gv 4,8). E si può essere amore solo nei confronti di un’altra persona. Una persona che fosse sola ad esistere non potrebbe amare, oppure amerebbe se stessa e questo sarebbe puro egoismo, il contrario esatto dell’amore, l’opposto di Dio, perché Dio è amore.
Dio è essenzialmente "pluralità di persone" ed essendo personale, è fondamentalmente rapporto e dialogo.
Questo termine "dialogo" ci aiuta a comprendere cosa significa: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio... E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,1-14).
Il termine greco usato da Giovanni è "logos". La sua traduzione latina "verbum" sfortunatamente è stata trascritta e non tradotta in italiano. Verbo significa Parola. Dio è Logos, Parola, perché è amore, rapporto; non parla eternamente da solo, ma è dialogo. Gesù è la Parola vivente del Padre, Parola eterna, da duemila anni Parola incarnata.

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