lunedì 11 maggio 2009

22 - Il simbolo di Nicea, che recitiamo durante la S. Messa

cenacolo
All’inizio del IV secolo, verso l’anno 320, viveva ad Alessandria d’Egitto un prete austero, pio e colto di nome Ario. A grandi linee il suo insegnamento era questo: "Dio è uno, eterno non generato. Gli altri esseri sono creature, il Logos per primo. Come tutte le altre creature, il Logos è stato tratto dal nulla e non dalla sostanza divina; ci fu un tempo in cui non esisteva. È stato creato mediante un atto libero di Dio. Creatura di Dio, il Logos è a sua volta, creatore degli altri esseri; questo rapporto giustifica il titolo di Dio che gli è dato impropriamente. Dio lo ha adottato come figlio ma da questa filiazione adottiva non discende alcuna partecipazione reale alla divinità, alcuna somiglianza con Dio. Dio non può avere uno che gli assomigli. Lo Spirito Santo è la prima creatura del Logos e quindi ancora meno Dio del Logos stesso...".
Era la totale distruzione di Cristo e del cristianesimo!
L’imperatore Costantino convocò il primo concilio "ecumenico" (300 vescovi quasi tutti orientali) a Nicea in Bitinia. Era l’anno 325.
I vescovi condannarono la dottrina di Ario e si permisero di aggiungere qualcosa al simbolo degli apostoli. Abbiamo così il simbolo di Nicea completato successivamente a Costantinopoli (a. 381), il simbolo che recitiamo durante la messa.
Cerchiamo di comprenderlo.
Unigenito Figlio di Dio. Gesù Cristo è il solo generato, figlio per generazione e non per adozione. Questo termine "unigenito" è nel vangelo di Giovanni: "Noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre" (Gv 1,14). "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito" (Gv 3,16).
Nato dal Padre. L’espressione "nato da" non si trova nella Scrittura, ma vi si trova una espressione ancora più forte: "Figlio unigenito che è nel seno del Padre" (Gv 1,18).
Prima di tutti i secoli. Per noi generazione e nascita richiamano necessariamente l’idea dell’inizio, la preesistenza del padre e della madre rispetto al figlio ecc. perché ogni generazione umana avviene nel tempo. Non così per la nascita del Figlio di Dio. È una nascita prima dell’inizio, una nascita eterna. Il Padre e il Figlio sono coeterni (come di due persone nate nello stesso anno si dice coetanei).
Dio da Dio. Il Padre è Dio. Quindi il Figlio è Dio. La divinità del Figlio è la stessa del Padre. "Tutto quello che il Padre possiede è mio" (Gv 16,15).
Luce da luce. "Dio è luce" (1 Gv 1,5), è "il Padre della luce" (Gc 1,17). Gesù dice di se stesso: "Io sono la luce" (Gv 8,12). Non "una" luce, ma "la" luce.
Dio vero da Dio vero. Non Dio nominalmente o per adozione o per partecipazione, ma Dio vero, senza lasciare scappatoie o possibilità di equivoci.
Generato non creato. Ario diceva: Dio Padre è "ingenerato", ma il Figlio è "fatto", è una "creatura". Il concilio risponde: il Verbo non è "fatto" o "creato"; è generato dal Padre.
Della stessa sostanza del Padre. Omoousios è un termine tecnico della filosofia. Qui, in questo preciso contesto, significa che il Padre e il Figlio hanno in comune una sola e identica divinità.
Per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Tutta la creazione è stata fatta per mezzo di questo Figlio che non era stato "fatto". "Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto, di tutto ciò che esiste" (Gv 1,3). "Egli (il Figlio) è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili... Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui" (Col 1,15-17).
Tutto questo ha aggiunto il concilio di Nicea (a. 325) perché non fosse più possibile nessun equivoco e perché si sapesse, in conformità al vangelo, che Gesù è Dio. Il primo concilio di Costantinopoli (a. 381) inserirà nel simbolo le affermazioni riguardanti lo Spirito Santo per togliere ogni ombra di dubbio sulla divinità della terza persona della Trinità.

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