lunedì 19 gennaio 2009

8 - Poter chiamare Papà, il buon DIO...


La Bibbia, rivelandoci che Dio è Padre, ha letteralmente capovolto l’idea che gli uomini avevano della maestà di Dio. Poter chiamare "papà", il buon Dio, non per modo di dire, ma perché è proprio così, apre veramente i nostri cuori ad una gioia indicibile: "Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!" (1Gv 3,1).
Affermare che Dio Padre è onnipotente non è un modo per negare la sua tenerezza e rimetterci sotto l’incubo della sua maestà. Quando eravamo bambini pensavamo istintivamente che il nostro papà era onnipotente, o quasi. Ci sollevava in alto come fuscelli; le sue braccia erano così forti da portare il mondo. Questa forza ci incantava, ci dava sicurezza, non ci faceva paura: era la forza dell’amore del nostro papà!
Il nostro Padre onnipotente è il "Signore Dio dell’universo". Tutto questo non solo non ci atterrisce, ma, al contrario, ci esalta perché Dio, come ogni padre degno di questo nome, mette tutto se stesso e le sue qualità al servizio dei suoi figlioli e a loro difesa.
La visione cristiana di Dio salda in lui gli estremi opposti: la potenza assoluta e l’amore assoluto, la distanza assoluta e la prossimità assoluta, l’essere assoluto e liberissimo e l’essere legato all’uomo con il quale Dio si è mirabilmente compromesso.
Il nostro Padre onnipotente, con l’incarnazione del suo Figlio, ha messo sotto i nostri occhi, non a parole ma con i fatti, la vera immagine della sua onnipotenza.
La piena spiegazione della prima parte del credo l’avremo nella seconda parte. Il significato dell’onnipotenza del "Signore Dio dell’universo" diventerà chiaro, in modo inatteso e sconvolgente, solo presso la mangiatoia di Betlemme, la bottega del carpentiere di Nazaret e la croce del Calvario.
Di fronte a fatti simili, i più profondi pensatori sono completamente sconcertati. Ciò che avevano detto di Dio con le loro parolone astratte forse non è falso, forse è anche vero, ma è tanto marginale! Conosciamo in che cosa consiste la sovranità di Dio solamente quando l’Onnipotente si spinge all’estremo limite dell’impotenza: bimbo che vagisce in una stalla, piagato che agonizza su un patibolo infame.
"Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati" (1Gv 4,8-10).
Di fronte a simili spettacoli, di fronte a un Dio "servo" e "vittima" siamo costretti a rivedere tutte le nostre nozioni di potenza, di sovranità, di signoria. Dio ci rivela che la potenza di Dio è il contrario della potenza dell’uomo. Gesù ci rivela che la potenza suprema è quella che può completamente rinunciare alla potenza: la sua forza non deriva dalla violenza, ma dall’amore. Ora, nella logica dell’amore, il più piccolo è sempre il più grande, il più debole il più forte, il servo è il signore... E, inversamente!

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