venerdì 12 dicembre 2008

5 - Credo in un solo Dio


"Credo in un solo Dio" non è una dichiarazione che ci lascia beatamente tranquilli: è un grido rivoluzionario, è una dichiarazione di guerra.
"Credo in un solo Dio e rifiuto tutti gli idoli. Rifiuto le divinità davanti alle quali si prostra e si prostituisce il mondo: il potere, il sesso, il dio quattrino che compra quasi tutto e quasi tutti, le filosofie, le ideologie...".
Nell’impero romano era necessario adorare l’imperatore e altre divinità. I primi cristiani erano, quindi, perseguitati come atei. S. Giustino martire (+165 d.C.) affermava: "È vero: dato che non crediamo agli idoli dei pagani, siamo gli atei di questi presupposti dèi".
"Credo in un solo Dio" significa rifiuto di ogni potere assolutistico, sia civile che religioso: rifiuto di atteggiamenti servili davanti ai grandi e ai potenti. Maria ha proclamato: "Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi" (Lc 1,51-53). Dobbiamo abbattere la selva delle false divinità che umiliano la nostra dignità umana e bloccano la crescita della vera libertà. Solo l’adorazione dell’unico Dio è liberante. Servire Dio è regnare!
La professione di fede in un solo Dio costituisce un programma d’incalcolabile importanza politica. Da una parte conferisce a ogni uomo un carattere assoluto a causa del suo riferimento personale a Dio; dall’altra relativizza tutte le società politiche e religiose: esse, o si radicano in questo Dio unico e lo servono, o non sono nulla e non possono pretendere nulla.
Senza l’adorazione cieca di molti cristiani per il potere di Hitler, il nazismo e l’ultima guerra sarebbero stati impossibili. Sarebbe bastato che tutti i cristiani avessero detto in spirito e verità: "Credo in un solo Dio!". Sonnecchiare sul proprio Credo porta a gravi conseguenze. Il Credo non è un testo da declamare o da abbellire coi ghirigori del canto gregoriano, della polifonia o della musica moderna: bisogna viverlo.
Il potere è servizio; diversamente è un idolo che corrompe l’uomo e la società.
Il sesso è a servizio dell’amore e della vita; non è un bene di consumo o uno svago. Sganciato dal progetto e dalle finalità affidategli da Dio, diventa il dio-sesso. Ha molti adoratori!
L’anti-dio per eccellenza è il denaro. Gesù ha cacciato l’anti-dio dalla casa di Dio (Mt 21,12-13) perché Dio non è in vendita. Nella casa di Dio non c’è nulla da vendere e nulla da comperare: Dio è amore e gratuità. "Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure s’affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e mammona" (Lc 16,13). "L’attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali" (1Tm 6,10). Cristo fu tradito per denaro (Mc 14, 10-11) e l’affare continua!
A questo punto forse sentiamo già qualcosa che stride dentro di noi. Ci stiamo accorgendo di essere superficiali, di essere "gente di poca fede" (Mt 6,30). Ci verrebbe spontaneo cambiare il "Credo in un solo Dio" in "Credevo di credere in un solo Dio". Sarebbe un atto di umiltà doveroso e commovente, ma non può diventare accomodante. Il Credo è il simbolo, la parola di riconoscimento, la carta di identità dei cristiani. Più ancora, il Credo è, a grandi linee, lo schizzo della vera immagine di Dio e della storia della salvezza: non può essere cambiato. Dobbiamo convertirci al Credo se vogliamo essere cristiani credenti e credibili.

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