giovedì 23 ottobre 2008

Dio è Amore


Questo blog ha lo scopo principale di parlare bene di Dio e dell’uomo.
Il vertice della conoscenza di Dio è la rivelazione che “Dio è amore [agàpe: amore totalmente gratuito; è l’amore di Dio per noi, manifestato attraverso la croce di Gesù di Nazaret]” (1Gv 4,8), un amore da cui nulla e nessuno potrà mai separarci, com’è scritto nel vibrante «Inno all’amore» della Lettera ai Romani 8,31-39.
L’essenziale dell’essenziale della fede cristiana è che Dio è amore (1Gv 4,8), è solo amore e non è nient’altro che amore. “Se capitasse che un punto qualsiasi della dottrina cristiana apparisse senza legami con l’amore o in contraddizione con l’amore, saremmo in diritto di rifiutarlo” (F. Varillon). “Come si deve cercare di parlare bene dell’uomo, così si deve tentare di parlare bene di Dio. Allora forse si placherà questo dolore senza fondo e senza volto che si è levato sull’occidente dove si sostiene, nonostante il mistero di Cristo, che Dio si è allontanato dai nostri dolori per diritto di trascendenza. Bisogna cercare di parlare per questi uomini che vomitano se stessi per il disgusto di non essere amati (così credono) da Colui che i cristiani continuano a chiamare l’Amore stesso del mondo” (G. Martelet, L’aldilà ritrovato, Queriniana 1977, pag. 181).
Tutta la storia della rivelazione è la conversione progressiva da un Dio inteso come potenza ad un Dio adorato come amore. In questa prospettiva dovremo rileggere tutta la Bibbia e studiare la storia delle religioni. Questa storia di una progressiva conversione da un Dio che è solo onnipotenza ad un Dio che è amore è, in fondo, la storia di ciascuno di noi. Dobbiamo continuamente convertirci ad un Dio che è soltanto amore e non è altro che amore. Tutto sta in questo “non è altro che”. Dobbiamo passare attraverso il fuoco della negazione: solo al di là, infatti, la verità si dispiega in pienezza. Dio è l’onnipotente? No, Dio non è altro che amore. Dio è infinito? No, Dio non è altro che amore. Dio è sapiente? No. E a tutte le domande che mi porrete io vi risponderò: no e poi no. Dio non è altro che amore.
Affermare che Dio è onnipotente significa porre come fondamento una potenza che può esercitarsi anche attraverso il dominio e la distruzione. Ci sono degli esseri che sono potenti per distruggere: il diavolo è il primo e il più potente di questi. Molti cristiani mettono l’onnipotenza come sfondo e poi, solo in un secondo momento, aggiungono: Dio è amore, Dio ci ama. È falso! L’onnipotenza di Dio è l’onnipotenza dell’amore: è l’amore che è onnipotente.
Si dice: Dio può tutto! No. Dio non può tutto. Dio può soltanto ciò che l’amore può, perché egli non è altro che amore. Dio può solo amare. E tutte le volte che usciamo dalla sfera dell’amore e inseriamo in Dio qualcosa che non è amore c’inganniamo su Dio e ci costruiamo un idolo. C’è una differenza fondamentale tra un onnipotente che ci amerebbe e un amore onnipotente. Un amore onnipotente non solo è incapace di distruggere qualcosa, ma è capace di arrivare fino alla morte.
In Dio non esiste altra potenza all’infuori della potenza dell’amore e Gesù ci dice: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15,13). Egli ci rivela l’onnipotenza dell’amore accettando di morire per noi.
Tutti gli attributi di Dio (onnipotenza, giustizia, sapienza...) sono gli attributi del suo amore. Ecco allora la formula che vi propongo: l’amore non è un attributo di Dio tra gli altri attributi, ma gli attributi di Dio sono tutti attributi dell’amore. L’amore di Dio è onnipotente, giusto, sapiente... Ancora meglio dovremmo dire: Dio-Amore è onnipotente, giusto, sapiente…
Che cos’è un amore onnipotente? È un amore che va fino all’estremo. L’onnipotenza dell’amore è la morte: andare fino all’estremo significa morire per le persone amate.

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Lettera del Patriarca russo Alessio II a Benedetto XVI
Testimonianza comune per proclamare il Vangelo all'uomo d'oggi.


CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 22 ottobre 2008 (ZENIT.org).- Pubblichiamo la lettera scritta da Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, a Benedetto XVI.

Il messaggio risponde alla lettera che il Papa gli aveva inviato attraverso il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo metropolita di Napoli, che gli ha fatto visita a Mosca mercoledì 1° ottobre (cfr. Messaggio di Benedetto XVI al Patriarca Alessio II).

* * *

Santità,

desidero ringraziarla cordialmente per la lettera che mi ha inviato tramite Sua Eminenza il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, durante la sua visita a Mosca. In risposta alle affettuose parole del suo messaggio, anche io desidero esprimere i miei sentimenti di profondissima stima e sincera benevolenza.

Sono lieto per le crescenti prospettive di sviluppare buone relazioni e una positiva cooperazione fra le nostre due Chiese. La solida base di ciò sta nelle nostre radici comuni e nelle nostre posizioni convergenti su molte questioni che oggi affliggono il mondo.

Sono convinto del fatto che la più grande rivelazione del Vangelo: «Dio è amore» (1Gv 4,8) dovrebbe divenire un orientamento vitale per tutti coloro che si considerano seguaci di Cristo, perché soltanto attraverso la nostra testimonianza di questo mistero possiamo superare la discordia e l'alienazione di questo secolo, proclamando i valori eterni del cristianesimo al mondo moderno.

Santità, con tutto il cuore le auguro buona salute e auspico l'aiuto di Dio nel suo ministero.

Con amore fraterno nel Signore,

Alessio II

Patriarca di Mosca e di tutte le Russie

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