Domandarono (a Gesù): È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?. Ma egli rispose: Cosa vi ha ordinato Mosè? Dissero: Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla. Gesù disse loro: Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto. ...
Rientrati a casa i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio (Mc 10,2-12).
Agli sposati poi ordino, non io ma il Signore: la moglie non si separi dal marito - e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito - e il marito non ripudi la moglie (1 Cor 7,10-11).
Aprendo la porta del divorzio vi passano i casi tragici e poi tutti gli altri, anche quelli ridicoli. Non si può disertare la propria famiglia senza passare sul corpo e sull’anima dei propri figli.
E questi ne usciranno distrutti.
Amare a condizione di... fino a un certo punto... per un certo tempo...non è amare. L’amore vuole riempire tutto il tempo e superare il tempo per riempire anche l’eternità. Se il fondamento del matrimonio è l’amore, il matrimonio è indissolubile.
Ma quante persone hanno costruito la loro unione solo su una parvenza d’amore: attrazione, fantasia, passione!
Quando i battezzati si sposano nella fede, il loro matrimonio è sacramento. Mediante il sì che li unisce, gli sposi cristiani ricevono una missione e una grazia: essere l’amore stesso di Dio, l’amore di Cristo per la sua sposa, la Chiesa.
Cristo ha sposato la Chiesa nel proprio sangue; da duemila anni il banchetto di nozze è celebrato nell’eucaristia.
Per il battesimo siamo Chiesa. Per il sacramento del matrimonio diventiamo immagine vivente dell’unione di Cristo e della sua Chiesa. O meglio, più che immagine siamo la stessa realtà dell’unione di Cristo e della sua Chiesa.
Infatti il marito, per grazia d’amore del sacramento, diventa Cristo in quanto sposo della Chiesa; la donna diventa la Chiesa in quanto sposa di Cristo.
Allora, mediante il cuore dello sposo cristiano, Cristo esprime il suo amore a questa parte della Chiesa che è costituita dalla sposa, cui si aggiungeranno i figli. Attraverso il cuore della sposa cristiana, la Chiesa di cui la sposa è membro, esprime il suo amore a Cristo nella persona dello sposo.
Ecco perché il matrimonio-sacramento è indissolubile, essendo, negli sposi cristiani, la stessa unione di Cristo e della sua Chiesa. Non è permesso all’uomo separarsi dalla sua sposa, allo stesso modo che è impossibile a Cristo sbarazzarsi della sua incarnazione per separarsi dall’umanità e spezzare l’alleanza d’amore con la sua Chiesa.
Ogni famiglia cristiana è innestata su questo amore di Cristo e della sua Chiesa. Nessuna creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore (Rm 8,39); nemmeno la stupidità del coniuge più deludente, neppure l’infedeltà del più indegno, può sciogliere questo vincolo che unisce Cristo alla sua Chiesa. L’indissolubilità vissuta dolorosamente dal coniuge tradito afferma la grandezza costitutiva del matrimonio cristiano, superiore ad ogni interesse, a ogni gioia d’ordine umano: è la stessa misura della croce sulla quale Gesù ha sposato l’umanità nella sua morte e nella sua risurrezione. Voi mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei (= ha dato la vita per lei) (Ef 5,25).
Quale sposo cristiano, peccatore perdonato, oserebbe davanti alla croce rinnegare il coniuge indegno o deludente accanto al quale s’è impegnato di rappresentare l’amore fedele e misericordioso di Cristo?
Ma ogni uomo è peccatore e il matrimonio mette insieme dei peccatori. Anche quando un coniuge (o tutti e due) manca di fedeltà, Dio rimane fedele.
A ogni peccato il suo perdono e la sua misericordia. Per questo peccato una tenerezza e una compassione maggiori perché non ne esistono di più dolorosi per tutta la vita e anche perché spesso la colpa non è tutta di colui che sbaglia vistosamente.
Se il coniuge tradito avesse amato di più e meglio, avesse servito di più e meglio, avesse pregato di più e meglio...
- segue -
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