venerdì 10 giugno 2011

3. Impegnarsi per sempre

 
anziani 1“La catena del matrimonio è così pesante, che per portarla bisogna essere in due, a volte in tre (Alexandre Dumas)”.

“Ci si studia tre settimane, ci si ama tre mesi, si litiga per tre anni, ci si tollera per trent’anni, e i figli ricominciano (Taine)”.
 
Sono due delle tante frasi dei Baci Perugina.
I fatti sono quello che sono. In Francia un abbondante 12% di coppie divorzia, uno scarso 10% raggiunge una stabile felicità, il restante 78% oscilla fra la delusione e l’odio a vita. Abbiamo preso le statistiche della Francia per non spaventare gli italiani, ma... siamo lì.
I giovani se lo sentono dire in confidenza dagli adulti rassegnati: Non esiste l’amore... Si tira avanti mordendosi il meno possibile...
Solo chi fa la scelta di amare anche nelle ore difficili, fa pendere la bilancia verso la felicità. Questa scelta d’amore spiega e sostiene un impegno matrimoniale senza pentimenti, per sempre.

Rivestitevi dunque, come amati da Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto, poi, vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti! La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali (Col 3,12-16).
Il disegno di Dio fin da principio è un matrimonio a vita, nonostante tutto quanto è successo lungo i secoli, nonostante i tradimenti, la poligamia e le degradazioni.
Un’altra cosa fate ancora; voi coprite di lacrime, di pianti e di sospiri l’altare del Signore, perché egli non guarda all’offerta, né la gradisce benevolmente dalle vostre mani. E chiedete: Perché? Perché il Signore è testimone fra te e la donna della tua giovinezza, che ora perfidamente tradisci, mentre essa è la tua consorte, la donna legata a te da un patto. Non fece egli un essere solo dotato di carne e soffio vitale? Che cosa cerca quest’unico essere, se non prole da parte di Dio? Custodite dunque il vostro soffio vitale e nessuno tradisca la donna della sua giovinezza. Perché io detesto il ripudio, dice il Signore Dio d’Israele, e chi copre d’iniquità la propria veste... (Ml 2,13-16).
Tutta la Bibbia esalta l’amore degli sposi come immagine e somiglianza dell’amore di Dio. Nulla di strano, pertanto, se questo amore è difficile, ardito e non mai completamente realizzato. Difficile, ma non impossibile. Di fronte alle crisi inevitabili la sola uscita di sicurezza luminosa è un’uscita divina, cristiana: quella del perdono e della riconciliazione, come Cristo ha amato la Chiesa (Ef 5,25), come il Signore vi ha perdonato (Col 3,13).
La grazia per superare certi conflitti, viene dall’alto, è offerta dal sacramento, un sacramento che non è una catena, ma una forza.
Non esiste società umana senza famiglia, senza progetto d’unione a vita dell’uomo e della donna, senza strutture di fedeltà delle coppie. La coesione sociale umana è innanzitutto fondata sulla famiglia. Fatemi conoscere dei giovani che credono all’impegno definitivo: sono essi i germi del futuro. Solo questo distingue l’uomo dalla bestia: la possibilità d’impegnarsi... È assolutamente necessario che i cristiani diano nel mondo d’oggi la testimonianza del definitivo (Cardonnel).
Certo, da sempre, molti uomini e donne sono infedeli come David e Betsabea (2 Sam 12), molti legami si spezzano lungo la strada, il che rende incerti diversi giovani a impegnarsi. Ma non è meno vero che la coppia umana tiene, per amore, per interesse, per i figli...per la grazia di Dio.
Le famiglie devono affrontare, nella nostra civiltà, climi molto più rigidi di una volta. Una volta il matrimonio era una faccenda che riguardava tutta una famiglia.
Il divorzio era quasi impossibile per gli sposi che si trovavano chiusi in mezzo alle maglie d’un solido ordito patriarcale.
Ma oggi il matrimonio riguarda solo due persone. Se si lacera il rapporto personale, attorno ai coniugi non esiste più un tessuto familiare più ampio su cui contare. La coppia è sola nel suo appartamento, nella sua torre fortificata; è sola sulla zattera in balìa delle onde nell’immenso oceano della vita. Una grossa opportunità per l’intimità, un rischio per la debolezza, una fatalità se si è colti dalle vertigini dato che si cammina soli su una corda tesa in alto, senza rete di protezione.
Non solamente la coppia è sola, ma ogni coniuge è quasi sempre strappato all’altro, dieci ore al giorno, dalla propria vita professionale. Il lavoro agricolo univa le quattro braccia degli sposi sulla stessa terra o attorno alle stesse bestie, dall’alba al tramonto. La vita moderna fa lavorare il marito con altre donne e la moglie con altri uomini per tutto il giorno.
Il lavoro della donna rappresenta per lei una libertà, l’indipendenza economica. Una catena è caduta, fortunatamente... pericolosamente. Per una giovane coppia una volta la speranza di vivere insieme era di quindici anni (la vita media era di 35-40 anni!), oggi è di cinquanta! Il percorso di guerra è più che triplicato, attraverso un terreno più accidentato, e con un ritmo di vita da infarto.
Lo stato laico, e non più la chiesa, gestisce i costumi dominanti e, seguendoli, ne accelera il processo di decomposizione. L’avanzata dell’incredulità è rapida e generale.
Non dobbiamo, tuttavia, essere pessimisti. È necessario comprendere la novità del mondo. Ma tale novità richiede necessariamente un impegno più lucido, più personale, più attuale.
La parola che un uomo dà a una donna, la parola che una donna dà a un uomo è sacra. Essa è forte perché è parola d’amore, ma anche debole perché partecipa a tutto quanto c’è di fragile nell’uomo. Per questo gli sposi, mentre si dicono il loro amore e si danno la loro parola, vogliono fondare le loro promesse di fedeltà in colui che solo è perfettamente fedele: Gesù Cristo, parola di Dio.
Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli... Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e s’abbatterono su quella casa, ed essa non cadde perché era fondata sulla roccia (Mt 7,21-25).
- segue -

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